Appello all’Ente Gestore Provincia di Viterbo, alla Regione Lazio e alla Soprintendenza.
Danni all’ecosistema della Riserva e al patrimonio archeologico
Bomarzo – Riceviamo e pubblichiamo – La Giunta Comunale si ostina a voler tagliare 34 ettari di bosco del versante Ovest della Riserva Naturale di Monte Casoli. La decisione è contenuta in una Deliberazione dello scorso 28 ottobre e viene adottata nonostante l’assenza di un Piano di Gestione e Assestamento Forestale (PGAF) , annullato il 6 maggio 2022 con una Determinazione Regionale (leggi tutto).
Queste osservazioni, sono contenute nella PEC che i consiglieri del gruppo di minoranza Cambiamo hanno inoltrato alla Provincia, alla Regione e alla Soprintendenza Archeologica, invitandoli a tener conto della valenza strategica che ha la Riserva Naturale per il territorio di Bomarzo.
Qualsiasi taglio, anche di avviamento all’alto fusto, in un bosco come quello di Monte Casoli, può
causare dei danni irreversibili: ne è un esempio il taglio di una superficie di 13 ettari effettuato nel
2010 sul versante Est; le operazioni di taglio e di esbosco hanno causato l’insorgere di un cespuglio fittissimo nel sottobosco, con grave impedimento di ricrescita dei polloni arborei.
La Riserva annovera, tra i suoi abitanti, una residua popolazione di salamandrine.
La salamandrina è una specie inclusa nella Lista Rossa degli anfibi italiani ed è protetta da una Legge Regionale del 1988; la sua presenza costituisce un ottimo bioindicatore delle condizioni dei corsi d’acqua presenti sul territorio. Per di più, Monte Casoli ha un’importanza storico-archeologica notevole, testimoniato dai numerosi insediamenti rurali di epoca arcaica e le rovine dei castelli medievali presenti nell’area.
Tra le altre criticità evidenziate nel documento PEC, certamente la mancanza di una contabilità
separata da quella comunale per i beni dell’Ex Università Agraria e che il Comune, come gestore dei terreni destinati agli usi civici, dovrebbe tenere. Va ricordato che il prezzo di vendita previsto per il legname di diritto civico sarà di 53 euro al metro stero. Un costo eccessivo, che fa dubitare di quello strumento che si chiama diritto di legnatico, con il quale le amministrazioni intervengono sui domini collettivi.
Dopo il mega impianto fotovoltaico in località Marcolino attaccato alla Riserva Naturale, il taglio di 34 ettari di bosco significherebbe l’annientamento di una delle più belle Riserve Naturali del Lazio,
Facciamo appello alla Provincia di Viterbo, Ente Gestore, alla Regione Lazio, alla Soprintendenza, e a tutti quelli amano Monte Casoli a fermare il taglio del bosco.