L’88enne Lina Cappelletti il 10 marzo stava andando a rendere visita alla figlia
prematuramente scomparsa: è stata falciata mentre attraversava a piedi la strada
MANZIANA – Il Pubblico Ministero della Procura di Civitavecchia, dott.ssa Martina Frattin, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per l’automobilista che il 10 marzo 2022 a Manziana (Roma) ha investito e ucciso l’ottantottenne Lina Cappelletti mentre attraversava a piedi la strada, ritenendolo esclusivo responsabile della tragedia: si tratta di A. G., 73 anni, di Blera, in provincia di Viterbo. Riscontrando l’istanza, il Gip del Tribunale, dott.ssa Paola Petti, ha fissato al 23 febbraio 2023, alle 10.15, negli uffici giudiziari di via Terme di Traiano, l’udienza preliminare di un processo dal quale i familiari della vittima, assistiti da Studio3A, si aspettano risposte.
La signora Cappelletti, nonostante l’età avanzata, godeva ancora di ottima salute ed era in gran forma, totalmente autosufficiente; anzi, cuoca e grande appassionata di cucina e, tra le sue varie attività, ogni giorno si recava in cimitero per rendere visita alla figlia prematuramente scomparsa. Ironia del destino, quel maledetto giovedì mattina l’anziana era diretta proprio lì, proveniva da piazzale dell’Università Agraria e, per raggiungere il camposanto, ha attraversato la strada di fronte, via dei Platani, in corrispondenza delle strisce pedonali e all’altezza del civico 17, quando il Mitsubishi Pajero condotto dal settantatreenne, che sopraggiungeva in direzione Roma, l’ha inopinatamente e incomprensibilmente travolta: sull’asfalto nessun segno di frenata.
L’ottantottenne è stata trasportata d’urgenza in ambulanza dai sanitari del 118 in condizioni critiche all’ospedale di Bracciano ma, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, è deceduta poche ore dopo a causa dei troppo gravi politraumi fratturativi ed emorragici riportati, in particolare al capo e nella regione pelvico addominale, nel tremendo impatto con il cofano e il paraurti del Suv prima, e nella rovinosa caduta a terra, poi, come confermato dall’autopsia disposta dal magistrato.
L’automobilista è stato subito iscritto nel registro degli indagati e ora, sulla base dei rilievi effettuati dalla polizia locale di Manziana e del loro rapporto, delle testimonianze acquisite e della consulenza cinematica, il Sostituto procuratore ne ha chiesto il processo imputandogli il fatale investimento dell’anziana, “che attraversava la carreggiata in prossimità delle strisce pedonali da destra verso sinistra rispetto alla direttrice di marcia dell’autovettura“, per citare la richiesta, per “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e nella violazione della disciplina della circolazione stradale“, in particolare gli articoli 140 e 141 commi 1,2 e 3, 4 del Codice della Strada, “che prescrivono, nel loro combinato disposto, di regolare la velocità di marcia e mantenere il controllo del veicolo in modo da consentire ai pedoni che abbiano già cominciato l’attraversamento della carreggiata di raggiungere in sicurezza il lato opposto della stessa“.