Flavio Fedele aveva annunciato sui social che oggi avrebbe riaperto il negozio posto sotto sequestro
VITERBO – Era la fine di settembre quando al negozio di cannabis light Eden Green la Guardia di finanza su disposizione della Procura mise i sigilli. Piante di cannabis con Thc superiore al limite consentito ecco perché posto sotto sequestro. Flavio Fedele, il canapaio di Viterbo, come si fa chiamare il proprietario, scatenò una vera crociata via social dichiarandosi “un eroe”.
“A Viterbo sono benvoluto da tutti, non mollo“, dichiarò a settembre tra le suppliche dei suoi numerosi clienti a tenere duro. “Combatti contro questi bastardi, contro il Governo di mentecatti e contro l’ invidia dei viterbesi“.
Peccato che secondo le analisi chimico-tossicologici effettuate nel laboratorio di Biologia dell’ateneo della Tuscia (secondo la convenzione tra Procura e Unitus) sulle sostanze sequestrate, il Thc rinvenuto in alcune piante sia addirittura di 30 volte il limite consentito dalla legge.
Delle piante sequestrate a settembre – circa 3700 – oltre duemila, sono risultate con un “quantitativo di tetraidrocannabinolo (Thc) superiore al limite consentito dalla normativa per una coltivazione legale, pertanto – sottolineano le fiamme gialle -, sotto l’apparente produzione e vendita di “canapa light”, si celava, secondo la tesi investigativa, una vera e propria produzione/trasformazione della canapa condotta in maniera illecita”. In alcuni casi, stando a quanto riferisce la finanza con una nota, il valore di principio attivo avrebbe superato di 30 volte il limite previsto dalle legge numero 242 del 2016.
E proprio mentre Fedele attraverso i social annunciava la riapertura del locale di via Tedeschi, per lui sono scattati gli arresti domiciliari e per un suo collaboratore l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Assieme alle misure, sono stati nuovamente apposti i sigilli all’attività.
Lo stato della legge in Italia
È proprio la legge n. 242/2016, entrata in vigore il 14 Gennaio 2017, a regolare e tollerare la coltivazione e la vendita di canapa sativa light, ossia con una concentrazione di THC tra lo 0,2% e lo 0,6% e una più forte percentuale di CBD. La canapa leggera, povera di quel principio, il tetraidrocannabinolo THC, che la renderebbe psicoattiva, non crea dipendenza, né altera lo stato fisico e mentale del consumatore. Al contrario, la forte presenza di cannabidiolo CBD nella marijuana leggera, garantirebbe al prodotto proprietà analgesiche e lenitive tali da permettere un’applicazione in campo medico e sportivo. Le proprietà calmanti del CBD si rivelerebbero inoltre utilissime per contrastare ansia e panico, nonché insonnia e disturbi dell’umore di varia natura; il tutto, senza alcun effetto di tipo stupefacente.
b.f