VITERBO- Disparità retributive, è quanto emerge dal dossier che la Uil del Lazio e l’Istituto di ricerca Eures hanno realizzato analizzando le dichiarazioni dei redditi del 2021 dei cittadini della regione.
Nella Tuscia, il 49.6 per cento dei dichiaranti ha un reddito annuo inferiore a 15mila euro. Soltanto il 3.3 per cento invece ne ha dichiarato uno superiore ai 55mila euro. A conti fatti il reddito medio annuo imponibile in quest’area della regione è stato di 18.874 euro.
“La nostra – dice Giancarlo Turchetti, Segretario generale della Uil di Viterbo – è la seconda tra le province laziali con la percentuale più elevata di dichiaranti poveri. Prima di noi di colloca il territorio pontino, dove i dichiaranti sotto i 15mila euro ha raggiunto la cifra del 51,2 per cento”.
Dal dossier emergono chiaramente le disuguaglianze tra territori. Disuguaglianze che prendono forma mettendo a confronto il reddito medio della Tuscia con quello delle altre province. “Se quello regionale – spiega Turchetti – è pari a 23.442, quello delle donne e degli uomini romani supera i 25mila euro. Ciò significa che le lavoratrici e i lavoratori del nostro territorio hanno subito un gap medio annuo di 4.500 euro”.
E’ un divario retributivo che pesa ancor di più in questo periodo di inflazione galoppante. E’ una disparità che ha fatto salire a 18.187 le persone che nel 2021 hanno beneficiato del reddito di cittadinanza, erano state 12.449 nel 2019. Anche le ore di cassa integrazione sono indicative: 679mila quelle concesse dall’Inps a lavoratori e lavoratrici da gennaio a settembre 2022, erano state 480mila nello stesso arco temporale del 2019.
“Non è un caso – conclude l’esponente sindacale – se in tutta la regione ci sono oltre 140mila famiglie in condizioni di povertà. Cifra che testimonia la necessità di una crescita strutturale del Paese, che sia più equa e che non metta a rischio la coesione sociale”