Ipotesi di reato di associazione per delinquere, sostituzione di persona, falso ideologico, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità, possesso e uso di documenti di identificazione falsi, in relazione a una serie di truffe commesse nel settore delle compravendite immobiliari
VELLETRI – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri, guidata dal Capitano Giovanni Botta, al termine di un’articolata attività d’indagine hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri, nei confronti di 3 persone, indagate per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, sostituzione di persona, falso ideologico, falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità, possesso e uso di documenti di identificazione falsi, in relazione a una serie di truffe commesse nel settore delle compravendite immobiliari.
L’indagine nasce dalla denuncia di un proprietario che scorgendo all’esterno della proprietà (trattavasi di seconda casa) un cartello per l’inizio dei lavori di ristrutturazione, si insospettiva e constatava – attraverso una visura catastale — che l’immobile era stato alienato più volte a terzi acquirenti.
L’operazione “Case di Carta” della Compagnia Guardia di Finanza di Velletri, condotta anche attraverso attività tecniche, ha consentito di ricostruire il modus operandi di un’associazione per delinquere, che avvalendosi delle proprie capacità professionali nel citato settore, individuava e acquisiva la proprietà di diversi appartamenti, terreni e casolari della provincia di Roma, alcuni dei quali di appartenenti a personaggi di spicco della nobiltà romana, attraverso la produzione di finti preliminari di vendita ultraventennali
L’azione del sodalizio non ha risparmiato neppure beni di proprietà dello Stato per assenza di successori legittimi dei defunti proprietari.
Gli indagati, in alcuni casi, simulando con false scritture preliminari di vendita retrodatate l’avvenuta usucapione, hanno fatto ricorso all’istituto della mediazione per poter redigere atti che ne attestassero la finta proprietà, successivamente ratificati da un notaio con studio nei Castelli Romani. In altri, invece, i professionisti della truffa si avvalevano di complici che, con l’utilizzo di documenti d’identità falsi, si sostituivano ai reali proprietari nonché della collaborazione di prestanomi che effettuavano atti di rogito presso lo studio dello stesso notaio veliterno.
I reali proprietari, ignari di tutto, si sono visti espropriati dei propri beni perdendo qualsiasi titolo su di essi e diventando così, di fatto, degli estranei in casa propria.
Per gli immobili fraudolentemente acquisiti, che venivano infine venduti o affittati in modo “regolare” a controparti inconsapevoli, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo.
Sottoposti a misura cautelare una collaboratrice dello studio notarile e due professionisti del settore immobiliare che avevano il compito di individuare gli immobili, predisporre gli atti e reperire soggetti per effettuare le operazioni.
Il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.