Dopo le truffe di false fatture scoperte dalla Guardia di Finanza, modifiche al Bonus Cultura
ROMA – Il Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi difende la scelta della maggioranza di Governo di modificare il meccanismo di utilizzo del cosiddetto “bonus cultura” per i giovani che hanno compiuto i 18 anni di età.
«E’ evidente la malafede dei difensori di “18App”, ovvero il bonus cultura che il Governo cerca di sottrarre ad evidenti distorsioni e abusi. Le false fatture per acquisto di libri scoperte dalla Guardia di Finanza inducono ad evitare una indistinta elargizione per garantire la reale circolazione di libri ai giovani destinatari del contributo.
Esso infatti non va consegnato nelle mani dei singoli e incontrollabili utenti, e neppure si può pensare che il ministero o le scuole possano genericamente donare i libri equivalenti alla dote finanziaria stabilita, ma che i librai, promotori e animatori di cultura, abbiano un bonus che potranno poi rendicontare garantendo l’effettiva distribuzione di libri a scelta dei giovani, fino al raggiungimento della cifra garantita dallo Stato. In sostanza niente soldi in dono, ma libri in dono, con una lista documentabile di titoli distribuiti a richiesta dei giovani.
Non è una forma di diffidenza ma un analogo risultato ottenuto senza rischi di deviazione del denaro ad altri scopi. Un giovane potrà così desiderare e acquisire 200, 300, 400 euro di libri fino a consumare il suo bonus, senza mercanteggiare a fronte di fatture concordate. Mi pare che anche Franceschini lo possa capire.
Il bonus viene dunque trasformato in una sorta di abbonamento ai libri che desideri e potrai ritirare in libreria