APRILIA – Era il maggio scorso quando il commissario indicato dalla Regione aveva individuato due cave dismesse, una ad Aprilia in località Puntoni (sito che stando alla documentazione dell’ufficio provinciale del territorio apparterrebbe alla società Agricola di Stradaioli Rita) , una a Cisterna, in località Sant’Angelo ed infine lo stabilimento Goodyear, sempre a Cisterna quali siti dove far sorgere una nuova discarica a supporto dello smaltimento dei rifiuti di Latina e provincia.
Massimiliano Valeriani, il commissario Bonsignore e il presidente dell’amministrazione provinciale Gerardo Stefanelli hanno svolto molte riunioni per trovare la soluzione giusta (per loro). Su Aprilia le polemiche, spesso strumentali, non sono mancate soprattutto quando, invece di arrabbiarsi, festeggiarono per il parere negativo che la Regione Lazio pose al progetto Paguro che, giova ricordare, prevedeva la bonifica dell’area in località La Gogna con un un investimento da quasi 40 milioni di euro totalmente a carico del privato.
Sono passate settimane, mesi ma la situazione, invece di farsi fluida si è ulteriormente impantanata.
Ad agosto sempre di quest’anno, la Regione Lazio e il tecnico (ambientalista) Giorgio Libralato davano notizia della Via (valutazione d’impatto ambientale) all’ampliamento della cava di Stradaioli ad Aprilia. In realtà si trattava dell’ampliamento della cava della società Stradaioli ad Aprilia che confina con il lotto individuato dal Commissario regionale per i rifiuti Illuminato Bonsignore (Illuminato, nomen omen).
Con il parere dell’Arpa Lazio, quello favorevole del comune di Aprilia, della provincia di Latina, della Soprintendenza – scriveva Libralato – arriva Pronuncia di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto di “Ampliamento, coltivazione e recupero della cava di pozzolana denominata Riserva Nuova”, nel Comune di Aprilia, in località “Riserva Nuova.
Zitto zitto, il buon Stradaioli, ha iniziato a “pulire” la cava ma il 30 novembre scorso i militari del Nucleo Investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e forestale (N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Latina, ad Aprilia, in località “Via Riserva Nuova”, procedevano al sequestro preventivo di una porzione di terreno agricolo avente composizione pozzolanica delle dimensioni complessive di 5896 metri quadri circa, oggetto di recenti lavori di estrazione (cava a cielo aperto).
Il sequestro, spiegarono i Carabinieri Forestali, si rese necessario, dopo aver sentito il magistrato di turno, Giuseppe Miliano, in quanto l’attività di abbattimento del materiale pozzolanico era avvenuta in assenza delle autorizzazioni amministrative rilasciate dagli enti preposti, in palese contrasto con la destinazione rurale impressa all’area dal vigente strumento urbanistico (art. 54 legge regionale n. 38/1999), nonché con le Norme Tecniche di Attuazione del Comune di Aprilia che classificano l’area in questione in zona agricola, sottozona R2 nella quale è espressamente vietato l’apertura o la coltivazione di cave a cielo aperto.
Stradaioli con questa iniziativa della magistratura si è visto bloccare il progetto ambizioso e sostanzioso di vedere la sua cava trasformata in discarica.
Ecco allora il ricorso contro il sequestro preventivo della cava in via Riserva Nuova per attività di estrazione abusiva. Per questo reato è stata denunciata per violazione delle norme urbanistiche, l’amministratrice unica della Stradaioli Holding, srl proprietaria del terreno.
La società fa parte del gruppo Stradaioli, che con un’altra azienda (la Stradaioli Srl) quella che ha presentato un progetto per chiedere l’ampliamento da 800 mila metri cubi dell’attività estrattiva in via Riserva Nuova. Una procedura partita nel 2017 e incardinata nella conferenza dei servizi che di recente ha ricevuto l’ok alla Via (Valutazione di impatto ambientale) dalla Regione Lazio della quale abbiamo parlato prima.
All’inizio di dicembre la Corte di Appello di Roma ha confermato la revoca del decreto ingiuntivo promosso dalla Stradaioli Costruzioni Generali per i lavori in via Gorgona mai pagati dal Comune di Aprilia. Per l’amministrazione comunale si tratta però di una “vittoria a metà”, visto che la sentenza 7577 del 24 novembre 2022 spiega che l’appellante ha quantomeno diritto al rimborso delle spese sostenute per i lavori.
La quarta sezione civile, presieduta dal giudice Giovanni Buonomo, ha rigettato l’appello della società contro la sentenza 488 del 2020 del Tribunale di Latina, che aveva annullato l’atto ingiuntivo per ottenere dall’Ente di piazza Roma un indennizzo di 80 mila euro.
Ma la battaglia legale non appare terminata visto che l’impresa, condannata a rimborsare al Comune le spese di secondo grado (9 mila euro), tramite l’avvocato Michele Volpe ha annunciato l’intenzione di presentare in ricorso in Cassazione.
In tutto questo intrigo di carte bollate più o meno strumentali o più o meno volute appare sempre più evidente come il sindaco Antonio Terra, il suo amico Mario Stradaioli e il presidente della provincia Gerardo Stefanelli stiano giocando una partita poco chiara e soprattutto ingarbugliata dallo stop improvviso all’Egato di Latina che doveva seguire quello di Frosinone.
Ad ingarbugliare ulteriormente il gioco delle tre scimmiette ci si è messa la Procura di Latina che qualche giorno fa ha dato l’ennesimo ceffone a chi sul territorio di Aprilia pensa di fare il bello e cattivo tempo. Infatti, il giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota ha convalidato la misura di sequestro della cava in Via Riserva Nuova, stabilita dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, ed eseguita dai Carabinieri Forestali Nipaaf lo scorso 30 novembre.