Latina – Karibu, scattano misure interdittive e sequestri. Intanto aumentano i lavoratori senza contratto e stipendi: il caso in Prefettura

Saltano gli inutili incontri presso l’Ispettorato del Lavoro. La cooperativa è di fatto fallita e nessuno avrà un solo euro (salvo miracoli). Polizia giudiziaria in azione in queste ore. Ci sono già i primi indagati

LATINA – Dalle prime luci dell’alba gli uomini della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Latina hanno notificato ai vertici (reperibili) della cooperativa Karibu ordinanze di sequestro cautelare di beni e conti correnti oltre a misure interdittive. Nelle prossime ore il quadro dell’azione giudiziaria sarà più chiaro anche se fatto con gravissimo ritardo rispetto al clamore mediatico scatenatosi da oltre un mese.

Misure cautelari interdittive del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno da parte della Guardia di Finanza di Latina per i membri del Consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu di Latina. La presidente della cooperativa, che si occupa della gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina, è Marie Therese Mukamatsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. La Guardia di Finanza con l’ausilio di personale della Sezione di PG della Polizia di Stato, ha notificato inoltre un provvedimento di applicazione del sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato, sino alla concorrenza di euro 639.455,28 nei confronti di un indagato e di euro 13.368,42 nei confronti di altri due indagati.

I provvedimenti sono stati adottati dal GIP presso il Tribunale di Latina con riferimento a reati tributari relativi all’emissione ed all’impiego di fatture per operazioni inesistenti, per gli anni di imposta dal 2015 al 2019.

Ieri altri 5 lavoratori della Karibu rimasti senza lavoro e senza stipendi avevano un incontro fissato presso l’ispettorato del lavoro. Incontro che sarebbe stato totalmente inutile come i precedenti. Quegli accordi firmati dalla suocera di Soumahoro sono carta straccia.

Qualcuno evidentemente ancora non ha avuto il coraggio di dirlo a chi spera di incassare somme variabile dalle 10 alle 20 mila euro.

Il segretario provinciale della Uiltucs Gianfranco Cartisano è l’unico tenace che ancora lotta contro questo gigantesco fallimento sociale e questa mattina nell’incontro fissato in prefettura col prefetto Maurizio Falco proverà a far valere le proprie ragioni. Per quel che servirà ovviamente.

Cartisano aveva affidato la sua amarezza ad un comunicato: “Come richiesto dalla Uiltucs Latina – si legge in una nota –  nella giornata di domani (oggi, ndr) Sua Eccellenza il Prefetto ha convocato tutte le parti compreso associazioni datoriali che in territorio Pontino si occupano di accoglienza ed integrazione degli immigrati affidatari degli appalti dei vari enti che da tempo accolgono e svolgono servizi attraverso progetti e stanziamenti di risorse pubbliche.

La Uiltucs Latina come da richiesta inoltrata lo scorso 5 dicembre intende affrontare le tante criticità determinate e scaturite dalla gestione Karibu e Aid, ricordiamo che ancora oggi tanti dipendenti sono senza salario e senza occupazione, in ultimo l’azzeramento degli appalti Karibu e Aid hanno determinato ulteriori perdite di posti di lavoro, “abbiamo esigenza come Uiltucs Latina di salvaguardare il lavoro, queste figure professionali debbono essere ricollocate, la cattiva gestione delle Cooperative oggetto di indagine non deve ricadere sui lavoratori già devastati dalle mancate retribuzioni non corrisposte dai rappresentanti della Karibu e Aid, datori di lavoro e soci i quali i loro compensi venivano erogati ma per i lavoratori non c’erano stipendi, per loro dire a causa dei ritardi degli Enti”.

Nel lungo elenco delle società invitate dal prefetto, però, ce n’è una in particolare sta già suscitando perplessità e polemiche che, al momento, sono ancora sotto la cenere incandescente.

 

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Tra le cooperative invitate c’è anche il “Grillo Parlante”. Nomen Omen si sussurra tra i lavoratori e gli addetti del settore.

La cooperativa si trova a Lenola (provincia di Latina). Ha avuto qualche problema con i lavoratori che spesso sono ricorsi ai sindacati per far valere le proprie ragioni. In realtà i malumori nascono per il fatto che, il suo legale rappresentante, Nestore Crescenzi, sarebbe in posizione di conflitto di interessi proprio con gli uffici della prefettura. La di lui moglie, infatti, sembrerebbe essere impiegata nell’ufficio immigrazione e questa mattina, con tutta probabilità, potrebbe sedere al fianco del prefetto. La “grillo parlante” infatti applicava ai lavoratori contratti non corrispondenti alle mansioni che il personale svolgeva realmente. Invece che un contratto di assistenza sociale applicava quello da colf o badante.

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