Latina – Caso Iannotta, parla Fabio Zambelli: “Non fui rapito e nemmeno minacciato con la pistola. E’ tutta una montatura”

L’uomo ha scritto questa lettera nella speranza che venga fatta giustizia: “Se è vero che stavano ascoltando, perché non sono intervenuti per fermare Iannotta sapendolo armato?”

LATINA – Riceviamo e pubblichiamo: Mi chiamo FABIO ZAMBELLI, ho appreso da alcuni vostri articoli che avete scritto circa il CASO IANNOTTA e delle sue assoluzioni recenti, immagino quindi che avrete aperto un inchiesta.

Ho appreso anche da subito che per la mia posizione è stato coinvolto ed arrestato il figlio di Luciano, Thomas, un ragazzo giovanissimo, che in merito alla mia questione posso garantire che non ha fatto assolutamente nulla.

Vedendo tutto il comportamento degli organi inquirenti e giudiziari nei confronti di Iannotta e il figlio, la mia COSCIENZA mi porta a fare questa lettera aperta e  vorrei esprimere pubblicamente le mie dichiarazioni in merito a questa vicenda che coinvolge  me, circa il paventato sequestro di persona.

Vi sarei grato se pubblicaste questa mia dichiarazione integrale:

La truffa di cui è stato vittima il Sig. Luciano Iannotta, quest’ultimo è sempre stato pienamente convinto che l’abbia organizzata NATAN Altomare, così dopo tale accadimento presso la Corte dei Conti del 10.05.2018 giorno in cui per la prima volta conobbi Luciano Iannotta, da lì restammo in contatto gli dieti i miei numeri e da subito mi esternò che secondo lui aveva architettato tutto l’Altomare, perché lo aveva indotto in quella vicenda raccontando un mare di menzogne, dicendo che erano tutti suoi amici e conoscenti da almeno un decennio mentre un minuto dopo la truffa non conoscenza più nessuno.

Così mi disse che ero l’unico che poteva aiutarlo per scoprire la verità, perché lui delle forze dell’ordine non aveva nessuna fiducia.

Quindi circa l’asserito sequestro di persona del 14.05.2018, preciso che sono salito spontaneamente in macchina stando d’accordo con Iannotta perché anche io volevo assolutamente sapere come si erano svolti i fatti accaduti presso la Corte dei Conti, per dirigersi poi a Sonnino dove Iannotta aveva tutte le cartelline con i documenti del fantomatico appalto.

Giunti a Sonnino Iannotta iniziò la discussione per capire gli atteggiamenti di Altomare,

In relazione all’asserito “scarrellamento” della pistola sostenuto dagli organi inquirenti, posso garantire che non risponde assolutamente al vero, perché Iannotta aveva una innocua scacciacani e tra l’altro a tamburo che non scarrella.

Né io né nessun altro è mai stato privato della libertà, eravamo nelle condizioni di andare via quando volevamo, era un piazzale aperto, ci recammo a Sonnino solamente perché come dicevo prima Iannotta aveva tutti i documenti che lui sosteneva  prodotti falsamente da Altomare e volevamo valutare tutti gli aspetti.

A tal proposito voglio precisare ad alta voce, IN MERITO A QUANTO ASSERITO DAGLI INQUIRENTI CHE LUCIANO IANNOTTA ABBIA CHIESTO AL FIGLIO DI PORTARGLI UNA PISTOLA È ASSOLUTAMENTE FALSO, Luciano ha chiamato il figlio davanti a me per farsi portare la CARTELLA con tutti i documenti dietro ai capannoni, cosa che gli chiese anche  poco prima quando arrivammo negli uffici, dall’ascolto integrale infatti dell’unica telefonata intercettata che hanno strumentalizzato per arrestare un ragazzo innocente di 25 anni, si rileva che il padre dice al figlio “PORTAMELA”.

Ecco la telefonata incriminata:

Quest’ultima vicenda mi sta particolarmente a cuore perché anche io ho dei figli e  non è giusto distruggere la vita a un ragazzo di 25 anni.

In prima battuta, da dopo gli arresti non riuscendo più a parlare con Iannotta mi costituii parte civile per il solo fatto che non sapevo se si doveva continuare ancora  per far uscire fuori il coinvolgimento di Altomare nella truffa, ma non appena ho capito la situazione ho immediatamente ritirato la costituzione di parte civile.

Io sapevo benissimo che non c’era nessun SEQUESTRO DI PERSONA, questa affermazione cosa importantissima è avallata dal fatto che le SQUADRA MOBILE DI LATINA stando in ascolto con le intercettazioni sia telefoniche che ambientali, non solo non è intervenuta durante la pseudo truffa presso la Corte dei Conti, la quale avrebbe potuto fare anche un operazione importantissima presso la Corte dei Conti,  e a questo punto credo si debba anche valutare se ci sia stata veramente o no la truffa, ma addirittura erano in ascolto in flagranza di reato durante un sequestro di persona armati e con spari in atto e NON INTERVIENI? Così aspettavano il morto?

Chi ci dovrebbe credere che quello sia stato un sequestro di persona?

Poi dal 14.05.2018 al 16.09.2020 giorno dell’arresto di Iannotta, quest’ultimo per quasi due anni e mezzo  è stato lasciato libero di fare qualsiasi altra cosa, poi improvvisamente è diventato pericoloso?

Solo i magistrati possono credere a questa storiella che continuano a proteggere i loro provvedimenti.

La polizia sono certo che ben sapeva che era una messa in scena. Quindi ben sapeva di non fidarsi di loro Iannotta.

Voglio precisare che tra l’altro nei due anni e mezzo detti prima tra maggio 2018 e settembre 2020, ho avuto modo di incontrarmi con Luciano Iannotta per un caffè e sempre con estrema cordialità e tranquillità.

Voglio infine precisare che a conferma di quanto fino adesso narrato, c’è la circostanza che  non sono mai stato chiamato dagli organi inquirenti per essere sentito in merito a questi fatti, né tantomeno indicato dai pubblici ministeri come teste.

Ero pronto a confermare tutto in aula di udienza perché a differenza degli inquirenti Iannotta mi ha inserito nella lista testi ma anche lì questo processo sembra non riesce a partire.

E gli accusatori sembrano non essere interessati alla verità circa questa vicenda.

QUINDI VEDENDO IL TRATTAMENTO CHE SI STA RISERVANDO A DELLE PERSONE INNOCENTI CHE ADDIRITTURA SONO STATE ANCHE TRUFFATE,  LA MIA COSCIENZA MI HA PORTATO A RENDERE PUBBLICHE LE MIE DICHIARAZIONI.

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Cordiali Saluti
Fabio Zambelli