ROMA – Si è conclusa nei giorni scorsi, a Roma, nella cornice del Centro Logistico della Guardia di Finanza di Villa Spada, la quarta edizione dell’Operazione Internazionale Afrodite volta al contrasto della vendita di prodotti contraffatti su piattaforme digitali e social network.
Individuati e rimossi in tutta Europa, nel corso dell’iniziativa, 133 account di social media e messaggistica istantanea e 4.419 siti Web che vendevano e pubblicizzavano prodotti contraffatti e servizi illegali nonché sequestrate 9,5 milioni di merci illegali e contraffatte, tra cui cosmetici e profumi, articoli per la cura del corpo, abbigliamento, calzature, accessori personali, gioielli, orologi, dispositivi mobili e accessori, decoder IPTV e giocattoli. 26 persone sono state segnalate alle Autorità giudiziarie in Italia e 624 responsabili sono stati segnalati alle autorità amministrative e sanitarie (in tutta Europa).
Quasi il 98% dei sequestri operati nel settore dei profumi e dei cosmetici è stato eseguito in Italia dalla Guardia di Finanza, cui si sono aggiunti importanti sequestri operati in Belgio, Colombia, Grecia, Romania e Spagna.
Gli interventi operativi si sono concentrati sulle fasi di:
– produzione: finalizzata all’individuazione di laboratori/fabbriche clandestini che producono cosmetici contraffatti e/o pericolosi;
– importazione: con l’analisi dettagliata delle operazioni doganali relative alle merci in argomento, al fine di cercare spedizioni irregolari;
– commercializzazione: con l’effettuazione di controlli nei mercati fisici e nei punti vendita all’ingrosso e al dettaglio (con riferimento ai mercati e altri luoghi di vendita informali).
Tra le principali attività condotte dai Reparti del Corpo, si possono evidenziare quelle concluse dalle Fiamme Gialle di:
– Padova, laddove nell’ambito del controllo economico del territorio è stata individuata nel capoluogo di provincia un’impresa gestita da un cittadino cinese che importava e distribuiva cosmetici all’ingrosso, con il sequestro di 9.154.000 prodotti irregolari;
– Catania, che hanno effettuato un accertamento a un operatore nel settore del “commercio all’ingrosso di profumi e cosmetici” a seguito del quale sono stati rilevati 7.763 profumi riproducenti il logo contraffatto di noti marchi, per un valore commerciale di 31.000 euro;
– Seregno (Monza-Brianza), che hanno rinvenuto presso due esercizi commerciali numerosi prodotti cosmetici contenenti la sostanza proibita Butylphenil Methylpropional e 8.207 prodotti per la cura della persona contraffatti, immediatamente sequestrati e ritirati dal mercato.
Anche la An Garda Síochána, la Polizia Nazionale Irlandese, ha sviluppato un’articolata indagine di polizia giudiziaria, ancora in corso, per combattere la vendita di prodotti contraffatti.
L’Operazione AFRODITE IV, così come le precedenti, è stata organizzata dalla Guardia di Finanza, da Europol e dalla Polizia Nazionale Irlandese, unitamente ai Paesi Membri dell’Unione Europea.
È stata introdotta e pianificata per la prima volta nel 2017 con la partecipazione di Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito, al fine di combattere il traffico di prodotti contraffatti attraverso i social network, mirando a neutralizzare venditori e fornitori, ricostruire la rete di mercato e i flussi di finanziamento del fenomeno e smantellare la rete criminale.
La necessità di porre, a livello europeo, particolare attenzione sulle vendite online è stata confermata durante la pandemia di Covid 19, allorquando la distribuzione di merci contraffatte o pericolose per la salute del consumatore è notevolmente aumentata e si è spostata dai mercati fisici a quelli online attraverso servizi di social media ampiamente utilizzati, grazie ai quali è possibile sfruttare le nuove tendenze tecnologiche e le capacità che Internet può offrire come l’anonimato e la crittografia di sicurezza.
All’inizio del 2019, i profumi e i cosmetici figuravano al 3° posto tra i beni che violano i diritti di proprietà intellettuale più comunemente sequestrati alle frontiere esterne dell’UE. Negli ultimi anni è notevolmente aumentata anche la quota di cosmetici e profumi legati alle vendite online.
I risultati della IV edizione dell’operazione Afrodite hanno dimostrato che questa tendenza è in crescita.
Inoltre, uno degli obiettivi principali di questa operazione è stato quello di implementare la cooperazione internazionale tra Europol e le Forze dell’Ordine, le Dogane, gli Enti governativi e il settore privato (piattaforme di social media, mercati online e rappresentanti delle società di pagamento), per identificare ed essere in grado di monitorare social media e account di mercato online, per ottimizzare lo scambio di informazioni, condividere le migliori pratiche, le nuove minacce, tendenze e conoscenze nonché per contrastare più adeguatamente la produzione e la distribuzione di prodotti contraffatti che rappresentano una grave minaccia per la salute e la sicurezza dei consumatori e per l’economia.
Alla IV edizione hanno partecipato, sempre grazie al costante coordinamento di Europol, i seguenti Paesi: Albania, Belgio, Bulgaria, Cipro, Georgia, Grecia, Irlanda, Italia, Moldavia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Colombia.
Di particolare importanza il contributo offerto dagli stakeholder privati (aziende/associazioni), i quali hanno di volta in volta fornito:
– informazioni e valutazioni del rischio sui loro prodotti durante la fase pre-operativa e durante le sessioni di formazione personalizzate per le Forze dell’Ordine;
– l’elenco di riferimento contenente account di social media e piattaforme di e-commerce che pubblicizzavano e vendevano illegalmente prodotti contraffatti;
– competenze in procedimenti legali, quando necessario.
L’iniziativa si è sviluppata attraverso tre fasi: pre-operativa, operativa e post-operativa.
Durante la fase pre-operativa, i Paesi partecipanti hanno condiviso le informazioni disponibili con Europol che le ha arricchite attraverso le proprie banche dati. Europol ha inoltre sostenuto lo sviluppo di solidi partenariati tra le Forze dell’Ordine, le Autorità doganali e il settore privato. Durante la fase pre-operativa i partecipanti hanno sviluppato gli elementi di intelligence in loro possesso al fine di pianificare gli interventi operativi durante la fase operativa.
Quest’ultima si è svolta dal 1° dicembre 2021 al 30 aprile 2022. Durante questo periodo è proseguito lo scambio di informazioni con Europol e con l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) finalizzato all’analisi dei dati forniti dai Paesi partecipanti. Le Forze dell’Ordine hanno proseguito con le attività di contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti, comprese quelle nei “mercati fisici” e nei “mercati online”. Per la rilevazione di nuovi fenomeni criminosi/casi particolari, sono state organizzate azioni mirate e integrate.
L’Operazione si è conclusa con la 3^ e ultima fase post-operativa, nel corso della quale tutti i dati relativi alle attività svolte sono stati comunicati a Europol e ad EUIPO tramite un canale di comunicazione sicuro, sotto forma di modello specifico sviluppato e trasmesso ai Paesi partecipanti. I risultati delle analisi sono stati utilizzati per l’individuazione di metodologie operative e di possibili collegamenti tra i diversi casi investigativi. Detti risultati sono poi stati condivisi con tutti i partecipanti all’operazione e utilizzati per l’ulteriore sviluppo di attività mirate e di metodologie investigative.
Su tale base di analisi, è possibile riferire che:
– la vendita di prodotti contraffatti sui social network è ancora un fenomeno crescente e transnazionale e un mercato redditizio per i criminali;
– i contraffattori e coloro che pongono sul mercato prodotti non sicuri per il consumatore sfruttano l’anonimato del web, i controlli limitati e le transazioni rapide per vendere prodotti contraffatti online;
– i progressi tecnologici hanno consentito lo sviluppo di prodotti contraffatti di alta qualità pubblicizzati nei social media e nelle piattaforme di e-commerce rendendo difficile distinguerli dal prodotto originale;
– sono cresciute anche le offerte di merce contraffatta sulle piattaforme di e-commerce e, successivamente, è aumentata la loro quota di mercato;
– sono stati individuati, quali metodi di pagamento delle transazioni, le carte prepagate, i bonifici bancari o altre forme di pagamento elettronico e servizi basati sul web e persino cripto valute;
– i prodotti venduti online vengono per lo più consegnati tramite corrieri legali (pacchi tramite servizi postali);
– la pandemia di COVID-19 ha offerto una nuova opportunità di business redditizio ai criminali e la situazione creata durante la pandemia ha consentito alle reti criminali di adeguare il proprio modello di business in base alle esigenze attuali del consumatore;
– in questa particolare edizione, l’area dei cosmetici e dei profumi è stata identificata come mercato redditizio per i contraffattori.
I risultati finora conseguiti costituiscono la tangibile dimostrazione della particolare attenzione che la Guardia di Finanza ripone nel contrasto allo specifico fenomeno della contraffazione sia in Italia che – grazie al determinante supporto di Europol, dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) e alle iniziative di cooperazione internazionale quotidianamente assunte dal Comando Generale del Corpo – su tutto il territorio europeo.
Non possono sottacersi, sul fronte nazionale, le costanti sinergie con tutti gli attori privati e istituzionali, tra i quali, in primis, il Ministero per le Imprese e il Made in Italy e l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM).
Soprattutto per un Paese, come il nostro, che fa del “made in Italy” e dei suoi marchi di eccellenza un motivo di vanto a livello internazionale, l’attività del Corpo è particolarmente incisiva, anche perché il fenomeno illecito della contraffazione – di fatto traducendosi in un freno alla crescita e allo sviluppo del sistema economico – distorce i meccanismi della concorrenza, mortificando gli sforzi di quanti investono in ricerca e sviluppo.
Inoltre, il mercato del falso può arrecare pregiudizi alla salute dei consumatori perché utilizza materiali di qualità scadente, se non addirittura nocivi; provoca danni all’ambiente, come conseguenza dello smaltimento illegale dei residui delle lavorazioni; è associato a deprecabili forme di sfruttamento della manodopera anche in assenza delle più elementari norme di sicurezza; genera gravi forme di evasione dei tributi, perché produce ricchezze occulte, che sfuggono al prelievo erariale e finisce, in molti casi, per alimentare la criminalità organizzata la quale – in diverse realtà del territorio – ha il monopolio di questi traffici, da cui lucra consistenti profitti.
Contrastare questi fenomeni è una delle linee d’azione principali che il Corpo persegue, nella sua veste di polizia economico-finanziaria ed è un impegno che si sviluppa, in primo luogo, sotto il profilo operativo, con i Reparti della Guardia di Finanza alle prese con indagini spesso complesse, anche con proiezioni internazionali, che non mirano soltanto a neutralizzare i terminali della vendita al dettaglio, ma puntano a risalire l’intera filiera del falso fino ad arrivare ai centri di smistamento e alle fabbriche di produzione.
Di non secondaria importanza è infine il settore degli investimenti in nuove tecnologie, che vede il Corpo utilizzare i più moderni applicativi informatici con l’obiettivo di indirizzare i controlli in modo selettivo, mirato, chirurgico, verso target operativi connotati da concreti indici di rischio, in modo da ottimizzare l’impiego delle risorse, evitando di disperderle su fronti improduttivi e per salvaguardare, al contempo, i tantissimi operatori economici regolari.