La difesa della provincia di Latina affidata al sindaco di Minturno. Totalmente incapace ed impreparato per poter contrastare la regione Lazio e il commissario (alle discariche) che fanno ciò che vogliono
LATINA – A che gioco gioca il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli in ambito rifiuti? Rimane difficile capirlo anche ai suoi più fervidi sostenitori.
Si è lasciato commissariare dalla regione Lazio con il chiaro intento “pilatesco” di non dover poi rispondere sul territorio per le scelte fatte. Anzi. Se c’è una cosa che gli va riconosciuta è quella di una grande abilità nel “quietare” le acque. Fin dal commissariamento aveva promesso battaglie. Ricorsi ai tribunali. Barricate. Niente di tutto questo. La cosa che l’ha coinvolto di più in questi ultimi tempi sono state le poltrone da assegnare dell’Egato.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando bisogna fare una premessa sostanziale. A quale gruppo politico appartiene il buon Gerado Stefanelli?
Il sindaco di Minturno è passato a Italia Viva nel 2020 con una dichiarazione roboante: “Ho scelto di aderire a Italia Viva e alla sfida lanciata da Matteo Renzi – disse – per costruire un nuovo soggetto politico con coloro che continuano a credere nella necessità di un ideale riformista democratico e liberale”.
Dove abbia costruito questo soggetto politico non è noto. Anzi non si è capito se abbia mai cominciato. Il suo valore aggiunto dentro Italia Viva è stato poco percepito. In compenso però inciucia un po’ con tutti.
L’insistenza sugli Egato di Stefanelli, non è passata inosservata. Il sindaco di Minturno aveva replicato piccato ai consiglieri provinciali Vocella e Cardillo Cupo. I due lo accusavano di avere una fretta sospetta nell’elezione dei vertici degli Egato in una fase pre-elettorale della regione e al solo fine di spartire poltrone e voler disporre delle leggi regionali e degli organismi pubblici a suo piacimento e di commissariare la democrazia.
Ovviamente non è possibile avere prova contraria. Come sappiamo le nomine sono state bloccate opportunamente dal vice presidente Daniele Leodori e aggiungiamo solamente dopo aver sistemato la difficile situazione politica di Frosinone dove è stato eletto Mauro Buschini.
C’è chi dice che anche lui ambiva ed ambisca tutt’ora alla “golosa” poltrona del cda di Egato Latina. Del resto chi disdegna assegni mensili da 8mila euro per il presidente e 4mila euro per i membri del cda. Tanto quei soldi vengono caricati sulle tariffe dei rifiuti che dovranno coprire anche la composizione della struttura operativa. Sede, uffici, impiegati e… (NOI PAGHIAMO!).
Lui, Stefanelli, ufficialmente si trincera dietro la legge regionale che ha istituito gli Egato, ben sapendo che quella legge è stata approvata con una giunta dimissionaria che dovrebbe dedicarsi solo all’ordinaria amministrazione. Oltretutto conscio che la convocazione dell’assemblea degli Egato, ai fini della elezione del presidente e del consiglio direttivo, deve essere sottoscritta dal presidente della Regione (e invece viene firmato da Leodori, nella sua qualità di vice presidente della giunta regionale).
Chiude gli occhi, ancora una volta, ma avvia frettolosamente la VAS.
Che gli Egato siano inutili e siano una duplicazione di compiti che potrebbero spettare alle province, è ormai chiaro, ma ci sono anche aspetti legati agli affidamenti in house, alla costituzione di società pubbliche con possibili clausole sociali di assorbimento del personale, per imbarcare nel carrozzone chiunque, le possibilità infinite di aggirare le normative comunitarie per favorire singoli imprenditori e per imporre specifici impianti e scelte pianificatorie discutibili. I costi aumentano, i cittadini pagano.
Ultimo giro di valzer, la discarica di Borgo Montello. La regione vuole riaprirla, Stefanelli si oppone. Realtà o finzione? Certo è che la mossa anticipata della regione rischia di interrompere la corsa al controllo dei siti di smaltimento da parte degli Egato stessi, nei quali, nel frattempo, saranno state piazzate solo controfigure condiscendenti.
Il presidente della regione Lazio è ormai noto che abbia compiuto uno sgarbo istituzionale senza precedenti: commissariare (ovviamente solo per l’emergenza rifiuti) la provincia di Latina (e non la Città Metropolitana di Roma Capitale) e lo stesso Stefanelli imponendogli di individuare siti specifici da adibire a discarica per fronteggiare una emergenza creata dalla stessa Regione.
Stefanelli all’inizio si è indignato e per la verità era sembrato anche convincente. Ricordiamo anche molto bene le dichiarazioni roboanti sull’enorme lavoro fatto dalla Provincia, ma nessuna iniziativa legale è stata ad oggi (in caso contrario non si è saputo nulla), intrapresa.
La nomina del commissario è stata viene impugnata dalla “solita” Paguro, società a cui la Regione ha bocciato due progetti per la realizzazione di una discarica (per la quale ci fu il parere positivo della Provincia).
Poteva approfittare Stefanelli di questo giudizio facendo costituire la provincia di Latina e far valere le proprie ragioni. Niente. Silenzio cimiteriale.
Individuare siti specifici non rientra nelle competenze di Stefanelli che in più circostanze ha dichiarato: “il nostro compito è sempre stato quello di pianificare e non di individuare”.
Il presidente della Provincia incassa ma inizia il pressing sugli Egato, mentre la nomina del commissario dovrebbe essere revocata ed invece lui, “the commissar” va avanti e individua come un rabdomante con l’acqua, tre siti con decreto commissariale li coopta.
Cooptazione impugnata dalla Paguro, dal comune di Aprilia, di Cisterna e dalla Scavilana srl (proprietaria di uno dei siti).
Quest’ultima giustamente si domanda come mai la scelta sia ricaduta su un sito dedito ad altre attività, mentre si scarta quello della Paguro volontariamente messo a disposizione.
Intanto Stefanelli continua a fare il politico “tutte chiacchiere” dichiarando alla stampa che i tre siti individuati sono un errore ma qui si ferma. Non ha istruito atti o azioni in grado di contrastare l’iniziativa del rabdomante commissario.
Anzi, a qual che risulta alla nostra redazione, ha pensato bene di prendersela con la Paguro. Ovvio. Quel temerario e sfrontato di Altissimi ha osato troppo. Di fatto è l’unico rimasto in pista nel tentativo di scardinare un sistema ben congegnato.
Intanto il sindaco presidente, zitto zitto, con il decreto n.78 del 21 novembre, aggiorna il Piano provinciale dei rifiuti con i tre siti e avvia le procedura di VAS. Si va, insomma, verso la scelta definitiva su uno dei tre siti, che lui stesso ha ferocemente criticato. Non finisce qui…