ROMA – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ADUC, associazione dei consumatori: Il 5 di gennaio partono i saldi (con alcune eccezioni *). Oltre le date, le regole sono:
– nei periodi precedenti (30, 45 o 15 giorni in base alle regioni) è vietato effettuare promozioni, (ma qualche regione consente di effettuare vendite promozionali in qualsiasi periodo dell’anno…)
– sui cartellini deve essere indicato il prezzo originario con la percentuale di sconto.
Dalle regole/divieti alla realtà
Ammesso che qualcuno abbia ancora soldi per fare acquisti dopo il Black Friday e il Cyber Monday, gli acquisti di Natale a prezzi pieni o scontati che comunque si trovano sempre, nei negozi in presenza e soprattutto online… ammesso che… facciamoci un “bagno di realtà”: le regole ci sono o non ci sono?
Siccome noi crediamo che sia solo un gran gioco delle parti, soprattutto quella istituzionale regionale che si riunisce e stabilisce le proprie regole (tutto coi soldi dei contribuenti)…
…facciamo un giochino e poi vediamo l’effetto che fa:
– farsi un giretto nelle vetrine in presenza e online e prendere nota dei costi di alcuni prodotti, sì da confrontarli poi con i prezzi che compariranno i giorni dei saldi. “Sorpresa” possibile: i prezzi su cui viene applicato lo sconto non sono quelli originari, ma ritoccati in modo che il prezzo “scontato” di vendita è identico o simile a quello non scontato del periodo pre-saldi.
– si prenda nota di quei negozi che non ottemperano al divieto di non fare sconti nel periodo pre-saldi (30, 45 o 15 giorni prima, in base alla specifica regione).
– inviare denunce documentate alle autorità di polizia annonaria (vigili), nonché all’Antitrust per pratica commerciale scorretta.
Ammesso che poi verrà comminata una qualche sanzione, cosa si sarà ottenuto? Siccome i costi delle sanzioni saranno sempre inferiori ai ricavi ottenuti dal singolo commerciante che ha violato le norme, ecco che “il gioco vale la candela”, tutti continueranno come prima e le leggi continueranno ad essere considerate un orpello che conviene violare (educazione civica?).
Ma veramente sono necessarie leggi regionali che disciplinino le vendite a saldo?
In un mercato libero in cui aziende private si inventano (legalmente) tutti i venerdì e lunedì possibili per stimolare sconti e acquisti?
Sempre nello stesso mercato libero in cui un singolo venditore può fare gli sconti che vuole quando e come ritiene opportuno?
Che si chiamino pure “saldi”, ma leviamoli dalle decisioni istituzionali del quando.
“Lasciamoli” alla fantasia e al marketing dei singoli commercianti e delle loro associazioni.
Con quale risultato?
Semplificare e razionalizzare: se viene violata una qualche legge (pratica commerciale scorretta, per esempio, o vera e propria truffa), tra Antitrust e codice penale ce n’è abbastanza. E, infine, vuoi mettere il risparmio dei costi istituzionali che fanno norme doppione e inutili?