Presto sarà fissata la prima udienza civile intentata dall’imprenditore di Sonnino nei confronti di alcuni giornalisti, direttori responsabili ed editori con richieste risarcitorie impressionanti
LATINA – Non c’è pace per i giornalisti malpagati (quasi sempre) ed esposti a rischi davvero enormi quando ci si trova a combattere nelle aule di un Tribunale Civile anziché quello Penale dove la diffamazione, oggi, può costare al massimo una multa.
L’azione civile è diversa. Bisogna trovare avvocati in grado di affrontare cause dalla portata enorme come nel caso di Luciano Iannotta che, sentendosi oggetto di decine di articoli che lo hanno riguardato per vicende tutt’oggi tutt’altro che chiarite, sostiene di essere in grado di dimostrare i danni subiti da quella gogna mediatica o “macchina del fango”. Anzi. Le prime sentenze arrivate a suo favore suonano come campane a morto per qualche direttore di testata. Iannotta è finito agli arresti per la nota inchiesta “Dirty Glass”. Durante le fasi calde di quell’azione giudiziaria, mentre giornalisti di testate importanti come Repubblica invitavano alla “riflessione” nell’esprimere giudizi, qualche collega locale si è lasciato andare è ha pronunciato (in televisione) o scritto (sul cartaceo) parole in libertà che oggi potrebbero costare molto care soprattutto a tutti.
Il legale di Luciano Iannotta, Mario Antinucci, dopo aver presentato una querela per diffamazione in Procura a Latina ha proceduto quasi contestualmente ad un’azione civile, risarcitoria con responsabilità personale nei confronti dei giornalisti, i direttori responsabili e gli editori. La cifra del danno è stata quantificata in diversi milioni di euro ed ha un percorso ben diverso da quello penale. Una vicenda poco chiara dove alcuni personaggi coinvolti come parte offesa si sono schierate apertamente contro la Procura di Latina che, a loro dire, non li ha neanche ascoltati. In tutto questo trambusto sono molti, oltre a Iannotta (che ha già dato), che rischiano di uscire con le ossa rotte.