La presidente del Ladispoli Calcio e consigliere comunale (facoltosa imprenditrice) è caduta nella trappola ma ci sono i filmati: “All’inizio non volevo aprire poi mi hanno detto, senza perdere la calma, che non avevano fretta e avrebbero chiamato i vigili del fuoco per forzare la porta”
LADISPOLI – Sembrava un’operazione coordinata dalla Procura a tutti gli effetti. Quattro finanzieri in divisa, che brandivano le pistole, hanno suonato all’alba a casa della presidente Fioravanti.
“All’inizio non volevo aprire – ci dice la consigliera comunale – poi mi hanno detto, se non apre chiamiamo i vigili del fuoco per forzare la porta e io, purtroppo, gli ho aperto”.
Gli uomini in divisa ed a volto scoperto le hanno mostrato un mandato di perquisizione della Direzione investigativa antimafia.
Il problema che solo quando se ne sono andati senza lasciare niente di scritto ha capito che non
erano militari e le divise non erano vere. Nemmeno il mandato era originale ma taroccato.
Una banda di professionisti, con pistole vere, che si è introdotta furtivamente in casa
per sgraffignare quanto più possibile.
Sabrina Fioravanti gestisce le attività di famiglia. Il padre è stato uno dei più grandi costruttori del litorale negli anni 80 in pieno boom edilizio.
Passione sfrenata per il calcio tanto da diventare presidente del Ladispoli Calcio come lo fu il padre.
Alle ultime elezioni comunali si è presentata per sostenere il sindaco uscente Alessandro Grando ed è stata eletta consigliera comunale di maggioranza ed ha fondato il gruppo civico “Progetto Ladispoli” e da quando ricopre questo ruolo ha dovuto lasciare la guida ufficiale della squadra di calcio per ricoprire il ruolo di presidente onorario della società di calcio Academy Ladispoli.
Il colpo in via Fontana Morella, strada al confine con la frazione etrusca di Cerenova.
Un colpo studiato nei minimi particolari. I soliti ignoti hanno portato via molti effetti personali
tra cui un orologio di marca, collane e gioielli per un valore ancora imprecisato.
“Non mi interessa niente del Rolex, di anelli e bracciali e qualche spiccio. La cosa che mi addolora è il furto della medaglia con la catenina con l’effige di mio padre. Hanno portato via anche il registratore delle videocamere di sorveglianza ma non sapevano che quelle di mia madre ne hanno uno diverso. Ci sono immagini nitide e chiare che ho consegnato ai carabinieri. Questi signori sono in grado di riconoscerli senza alcun problema”.
Il fatto è stato denunciato immediatamente ai carabinieri ladispolani della stazione locale di via dei Narcisi. Si è attivato il Nucleo operativo della compagnia di Civitavecchia. I militari, oltre
a fare chiarezza sulla vicenda, dovranno anche capire come la banda sia riuscita a procurarsi delle divise dei finanzieri o comunque compatibili con i colori che solitamente indossano le Fiamme gialle.