Si è spento all’età di 82anni una delle persone più conosciute in città. Accudiva la statua del Cristo come un figlio
TARQUINIA – La Città è in lutto. E’ morto questa notte, all’età di 82 anni, Benedetto Medici. Era ricoverato da qualche tempo in ospedale. Il sindaco e la comunità di San Giuseppe hanno deciso di allestire la camera ardente laddove Benedetto trascorreva le sue giornate. Era il custode della preziosa statua del Cristo Risorto.
Non una statua qualsiasi ma il simbolo di Tarquinia e dell’intera comunità. Dietro la processione del Cristo Risorto a Pasqua, per le vie cittadine, c’è un mondo operaio che lavora tutto l’anno.
I preparativi e i luoghi dove si svolgono queste azioni quotidiane assumono valenze del tutto particolari con i più anziani a tramandare consigli e accorgimenti ai giovani. Aspetti umani e religiosi. Tutti hanno le proprie personali responsabilità dai Portatori dei Tronchi a quelli della Statua, da quelli dei Lampioni a quelli dello Stendardo fino ad arrivare agli Sparatori ed ai componenti della Banda Musicale Giacomo Setaccioli che devono suonare a polmoni aperti procedendo ad andatura di marcia.
Le prime notizie certe sulla Processione risalgono al 1778, infatti, in un manoscritto rinvenuto negli archivi della Società Tarquiniese d’Arte e Storia, si legge già che in quel tempo esisteva una Statua della risurrezione (di cui nel corso degli anni si sono perse poi le tracce), che poteva essere portata in processione soltanto dagli appartenenti alla Corporazione dei Falegnami.
Probabilmente prima di tale Statua, verso il 1635 (anno in cui fu conclusa l’edificazione della Chiesa di San Giuseppe che era stata iniziata nel 1619), si portava in processione un “paliotto” con dipinta l’immagine della Risurrezione. Il cittadino Lorenzo Balduini avanza l’ipotesi che potrebbe essere quello ligneo conservato nell’anticappella di Palazzo Vitelleschi, opera del pittore Monaldo da Corneto (XVI sec.), sebbene tale teoria non trovi riscontro in nessuna documentazione.
Quella statua che tanto amava e che per decenni ha gelosamente protetto lo veglierà fino al suo funerale.
Profonda commozione del sindaco Alessandro Giulivi e della Confraternita di San Giuseppe quest’ultima mobilitata per rendere calda e accogliente la Casa di Dio dove i suoi concittadini potranno porgergli un ultimo saluto.