Viterbese Calcio – Supercazzola di Romano sulle sorti della società virtualmente già fallita

Conferenza stampa farsa di un personaggio che gode di un credito immeritato di stampa e tifosi

VITERBO – Questa mattina Marco Arturo Romano l’uomo guida (senza patente) della gloriosa Us Viterbese Calcio, si è presentato in conferenza stampa per cercare di tenere buoni i contestatori.

Stiamo vivendo una fase difficile – spiega Romano –. Siamo ultimi e purtroppo è una situazione non nuova. Come l’anno scorso la squadra è viva e anche quest’anno ce la giochiamo fino alla fine, punto su punto e non ci arrendiamo. In tanti vedono la retrocessione dietro l’angolo ma noi siamo ottimisti. Stiamo migliorando, siamo più equilibrati, prendiamo meno gol e il gruppo e più forte. La campagna acquisti è stata complessa, prendere giocatori forti non era facile. Oltre a questo abbiamo rinunciato a offerte economiche importanti per alcuni nostri calciatori. Non dormo la notte per la Viterbese e non mi sono arreso“.

Questo è il quarto anno che sono qui – prosegue il presidente –. Sono quattro anni che pago gli stipendi e tengo i conti in regola. Credo di essere il presidente più longevo della Viterbese tra i professionisti. Ci sono trattative in corso per la cessione della società, come sono stanchi i tifosi sono stanco anch’io delle difficoltà. Sono pronto a fare un passo indietro ma serve un gruppo credibile e con le garanzie sufficienti a portare avanti il progetto. Non è così facile entrare nel calcio perché noi, ad esempio, abbiamo mezzo milione di euro di fideiussione che va coperta. Cats e Guida? Sono trattative aperte sul tavolo ma per chiuderle devono soddisfare le richieste del compratore e del venditore. Tenderemo a favorire chi avrà le maggiori garanzie“.

Il problema che i giornalisti presenti non fanno domande. Basterebbe leggere il bilancio e chiedersi come mai i libri contabili non siano stati già consegnati in tribunale. La relazione di Marco Giannini, revisore contabile della società, è qualcosa di manuale della supercazzola per dire che la società è in mano ad incompetenti e piena di criticità insanabili.

Marco Arturo Romano non è persona seria. Il bilancio che adesso vi pubblichiamo integralmente sarà trasmesso alla Guardia di Finanza affinché metta la parola fine ad un personaggio spregiudicato che in quattro anni ha prodotto un buco insanabile.

Noi siamo per un confronto pubblico, se vuole invitarci (non a pranzo così evitiamo di bere).

U.S. VITERBESE 1908 S.R.L._364169882_Bilancio Ottico Plus

Il buon Marco Giannini ad un certo punto scrive nella sua relazione:

sono giunto ad una conclusione sulla non appropriatezza dell’utilizzo da parte degli Amministratori del presupposto della continuità aziendale e, in base agli elementi probativi acquisiti, sull’eventuale esistenza di una incertezza significativa riguardo a eventi o circostanze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare ad operare come un’entità in funzionamento. In presenza di un’incertezza significativa, sono tenuto a
richiamare l’attenzione nella relazione di revisione sulla relativa informativa di bilancio, ovvero, qualora tale informativa sia inadeguata, a riflettere tale circostanza nella formulazione del mio giudizio. Le mie conclusioni sono basate sugli elementi probativi acquisiti fino alla data della presente relazione. Tuttavia, eventi o circostanze successivi possono comportare che la società cessi di operare come un’entità in funzionamento

Il bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021 presenta una perdita di 1.815.691 ed un patrimonio netto negativo comprensivo di tale perdita di 1.514.101.

Ora con un patrimonio netto in perdita di un milione e mezzo chi è quel folle che vuole farsi carico di una società dove il presidente, con la sua società di Formazione 4.0 ha fatturato a se stesso 189mila euro per avere un credito di imposta di circa 90mila euro.

La colpa non è di questo soggetto (Arturo Romano) ma di chi ancora lo ascolta.

Basti pensare a cosa ha fatto scrivere in bilancio sui debiti tributari:

I debiti tributari per imposte correnti sono iscritti in base a una realistica stima del reddito imponibile (IRES) e del valore della produzione netta (IRAP) in conformità alle disposizioni in vigore, tenendo conto delle eventuali agevolazioni vigenti e degli eventuali crediti d’imposta in quanto spettanti. Se le imposte da corrispondere sono inferiori ai crediti d’imposta, agli acconti versati e alle ritenute subite, la differenza rappresenta un credito ed è iscritta nell’attivo dello Stato patrimoniale nella voce C.II.5-bis “Crediti tributari”.

La società nel corso dell’esercizio in esame si è vista notificare da parte dell’Agenzia delle Entrate un atto riguardante il credito di imposta utilizzato in compensazione ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. 241/97 relativamente all’anno 2020. La società ha provveduto a recepire tale importo in bilancio comprensivo degli interessi e delle sanzioni per un importo complessivo di circa 780.000 euro, nonostante abbia avviato, attraverso il soggetto incaricato della gestione del relativo contenzioso, un ricorso per poter far valere le proprie ragioni e farsi confermare il credito d’imposta spettante. Si ricorda che resta aperta la facoltà di poter aderire volontariamente ad
uno specifico “condono” che consente la restituzione senza sanzioni dell’importo contestato.