Latina – Udienza shock sul caso Iannotta. Panini al prosciutto e “finanzieri incompetenti” per giustificare la confisca dei beni

Nella relazione redatta dalla polizia si ritiene “errato” il lavoro delle Fiamme Gialle e presenta documenti carenti di pagine ma soprattutto di firme

LATINA – Lunedì mattina scorso presso il Tribunale delle misure di prevenzione di Roma a nell’aula 10 al primo piano della Palazzina A, davanti alla presidente Ciriaco si è svolta l’udienza nel giudizio di prevenzione personale e patrimoniale a carico di Luciano Iannotta e dei componenti della sua famiglia.

La vicenda riguarda la colossale misura di sequestro posta in essere nei confronti di Iannotta e dei suoi familiari.

Il sequestro e la successiva confisca dei beni viene fatta se, nel corso delle indagini, dovessero emergere elementi probatori inattaccabili sulla provenienza del denaro usato per acquistare beni immobili e mobili.

Sono molti gli aspetti controversi del giudizio di prevenzione che espongono il più importante Tribunale di prevenzione antimafia a dubbi, incertezze e ragionate perplessità, a partire dall’ordinanza assunta dal presidente Ciriaco di rinviare ancora una volta il giudizio (caso piuttosto anomalo e raro), senza sciogliere la riserva di nomina del perito per l’accertamento della sproporzione patrimoniale, presupposto del sequestro anticipato dei beni che nel febbraio 2022 ha travolto l’intero patrimonio dell’imprenditore pontino Luciano Iannotta con il blocco di oltre 40 aziende del Gruppo Iannotta.

Luciano Iannotta

Già dalla prima udienza celebrata il 21 marzo dello scorso anno l’avvocato Mario Antinucci difensore di Luciano Iannotta e del nucleo familiare, ha contestato a gran voce i numeri errati ed inverosimili della proposta di prevenzione della Questura di Latina, inediti protagonisti di un paradigma inquisitorio finalizzato a “teorizzare” l’esistenza di un patrimonio illecito di oltre 50 milioni di euro a fronte di un reddito dichiarato di poche centinaia di migliaia di euro in 20 anni di vita.

La difesa ha nominato consulenti tecnici-contabili di chiara fama nazionale i quali hanno depositato il 26 settembre dello scorso anno, una relazione tecnico-contabile e tributaria che ha confutato punto per punto la tabellina che voleva attestare la sproporzione patrimoniale sulla base di dati acquisiti da fonti pubbliche.

Formulette matematiche che, applicate senza un ragionamento logico, cosa che la matematica impone, porta ad una evidenza algebrica in netto contrasto con l’intero impianto delle indagini patrimoniali condotte dalla Questura di Latina senza l’ausilio dei reparti della Guardia di Finanza, normalmente deputati alle indagini patrimoniali nei giudizi di prevenzione.

A supporto della perizia di parte, quasi inattesa, la conclusione investigativa delle Fiamme Gialle specializzata in reati finanziari.

L’insanabile dissidio tra i numeri della proposta di prevenzione della Questura di Latina e le controdeduzioni della difesa hanno trovato preciso riscontro documentale nella nota della Guardia di Finanza del 22.06.2022 che ha certifica, oltre ogni ragionevole dubbio, non solo la regolarità contributiva-fiscale dei redditi dello Iannotta e di tutte le imprese del Gruppo Iannotta in Italia negli anni dal 2009 al 2020, ma addirittura la assoluta estraneità dell’imprenditore dai presunti reati di riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di somme di denaro contestati negli stessi anni e presi a parametro nelle indagini patrimoniali condotte dalla Questura di Latina.

La secca smentita dei numeri e della sproporzione patrimoniale proposti dalla Questura di Latina trova preciso riscontro in una informativa ufficiale dell’H.M.R.C. Dipartimento del Governo britannico (agenzia nazionale britannica ANTIRICICLAGGIO E ANTIFRODE), di riscontro ai controlli sollecitati per rogatoria dalla D.D.A. di Roma nel 2019 sulla regolarità fiscale, antiriciclaggio e reati finanziarie in merito alle aziende inglesi riconducibili al proposto Luciano Iannotta.

Questi documenti hanno minato fortemente il castello accusatorio messo in piedi dalla Questura di Latina.

Dubbi e contraddizioni basati su evidenze algebriche che lunedì scorso dovevano essere sciolti nell’immediato dal Tribunale come richiesto dalla difesa che, a supporto e in aiuto dei giudici ha chiesto la nomina di un perito all’indomani del deposito della relazione sulla stima del patrimonio sequestrato redatta ai sensi dell’art. 36 del Codice Antimafia dall’Amministratore giudiziario dott. Esposito nominato dal Giudice delegato A. M. Fattori, il quale ha tassativamente escluso la stima patrimoniale di 50 milioni di euro presente nella proposta di prevenzione della Questura di Latina, ove non addirittura dichiarato di non avere atti e documenti sufficienti per procedere alla stima stessa dell’intero compendio patrimoniale attinto dal sequestro di anticipato dei beni eseguito nel febbraio 2022.

GUARDIA DI FINANZA CONTROLLO DOCUMENTI CONTABILI ISPEZIONE FISCALE – GDF
STANDARD & POOR’S – fotografo: IMAGOECONOMICA

Il “Caso Iannotta” che diventerà presto di respiro nazionale non sono solo i dubbi e le perplessità sulla totale sordità del Tribunale di Roma rispetto alle plurime documentate sollecitazioni della difesa di nomina del cerito tecnico-contabile sulla sproporzione patrimoniale, ma addirittura gli elementi a discarico sul versante della pericolosità sociale di Iannotta che medio tempore è stato assolto insieme alla zia Alessia Trulli con ampia formula di giustizia il 26 ottobre scorso dal Tribunale di Latina dalle gravi accuse della vicenda ANTARES INDUSTRIALE S. p. a. vero e proprio “cavallo di battaglia” della proposta di prevenzione della Questura di Latina; ma addirittura lo stesso Tribunale di Latina in data 7 gennaio scorso con apposita ordinanza ha disposto la revoca immediata della misura dell’obbligo di dimora sul presupposto della assenza dei presupposti di pericolosità dell’imprenditore pontino Luciano Iannotta.

Le nebbie sull’operato di qualche investigatore che si addensano sul “Caso Iannotta” aumentano di fronte ad una innegabile ed irrazionale accelerazione del giudizio di prevenzione, che dopo essere stato sospeso per 12 mesi in attesa di valutare deduzioni e contro-deduzioni per sciogliere la riserva del Tribunale per la nomina del perito, all’indomani dell’apertura del dibattimento del processo dirty glass a Latina in data 26.01.2023, è stato bruscamente rinviato per la “discussione” all’udienza del 27.04.2023 all’esito di una “singolare udienza” del Tribunale di Roma diverso nella composizione collegiale quindi incompetente a sciogliere riserve o prendere altre decisioni, senza che nel verbale ufficiale dell’udienza risulti alcuna traccia di rinvio per lo scioglimento della delicatissima riserva di nomina del perito.

Senza venire meno ai doveri deontologici di correttezza l’avvocato Mario Antinucci, confidando nello scioglimento della riserva di nomina del perito entro la data della “discussione”, ha informato il Tribunale della prevenzione di Roma che l’imprenditore pontino Luciano Iannotta e tutti i componenti della famiglia hanno provveduto a nominare un consulente tecnico di chiara fama per la redazione di una relazione tecnico-giuridica e contabile di stima dei danni milionari diretti ed indiretti subiti in conseguenza dei numerosi sequestri illegali e conclamati errori giudiziari del Tribunale di Latina sul “Caso Antares Industriale S.p.a.” negli ultimi 30 anni, fatti e circostanze che ancora oggi nell’anno 2023 campeggiano nei numeri della proposta di prevenzione della Questura di Latina, senza alcun rilievo per la sopra citata sentenza di assoluzione di ottobre 2022 di Alessia Trulli e Luciano Iannotta.

La difesa ha provveduto a depositare al Tribunale della prevenzione di Roma ben 11 relazioni medico-legali sui gravissimi ed irreparabili danni indotti dal torto subito da Luciano Iannotta e dalla sua famiglia, a valle di significativi episodi verificati nel corso di questo “singolare giudizio di prevenzione” attualmente allo studio della difesa, quali, ad esempio, la mancata corresponsione a far tempo dal blocco dei conti correnti conseguente al sequestro di prevenzione del febbraio 2022 della pensione di invalidità del paziente oncologico Sandra Cecconi, moglie di Luciano Iannotta, e madre del giovane Thomas Iannotta (altro che tortura del caso Cospito).

Nella relazione dei due poliziotti che muovono critiche ad uno dei reparti più efficaci della Guardia di Finanza in materia di reati finanziari c’è anche una vicenda che ci ha ricordato ironici episodi narrati nei film di Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e Totò. La storia è questa.

Un carabiniere entra in un negozio di generi alimentari della famiglia Iannotta. Chiede un panino col prosciutto di Parma. Paga regolarmente. Esce fuori dal locale e lo mangia perché in quel momento aveva molta fame. Finito di mangiare il panino e preso in mano lo scontrino, forse per arrotolarlo e farne uno stuzzicadenti o semplicemente perché voleva controllarne il prezzo, si accorge che vicino al prezzo del già mangiato non c’è scritto “PROSCIUTTO DI PARMA” ma bensì “PROSCIUTTO MONTAGNOLO” (o giù di lì).

Raffaele Cantone

Apriti cielo. Il corpo del reato era in fase di digestione ma lo scontrino era salvo. Scatta la denuncia per frode in commercio non al fratello di Luciano Iannotta titolare dell’alimentari. Non a carico della banconista che, poverina, poteva anche aver sbagliato a prendere un prosciutto piuttosto che l’altro. No. Il carabiniere denuncia per frode in commercio Luciano Iannotta che in quel momento si trovava fuori del locale del fratello. Ora, al di là del ridicolo di questa vicenda, ci piacerebbe sapere se poi il maresciallo abbia fatto fare le analisi fecali del post panino perché, può darsi, che dentro quel panino ci fosse realmente il prosciutto di Parma e non il montagnolo battuto per mero errore dalla banconista. No, il ridicolo che questo episodio venga messo a supporto di una richiesta di confisca di beni patrimoniali. Questi episodi vanno segnalati al Ministro Nordio affinché mandi ispettori a controllare cosa stia accadendo a Latina. Verificare la terzietà reale di un Tribunale che decide la vita e la morte economica delle persone. Ci si ferma sul caso Cospito ma ci sono casi come questo che devono essere segnalati alla Procura di Perugia e al procuratore Cantone affinché la magistratura possa riappropriarsi del ruolo che merita.

Il ministro della giustizia Nordio con il premier Giorgia Meloni

Ora, non sappiamo che tipo di esperienza possano avere in materia di reati fiscali i due ispettori di polizia che hanno firmato la relazione di controdeduzioni consegnata al Tribunale delle misure di prevenzione di Roma ma riteniamo utile riportare fedelmente quello che hanno messo nero su bianco in modo tale che i colleghi delle Fiamme Gialle possano far tesoro di questa chiave di lettura alternativa ai decreti legge vigenti:

questura controdeduzioni (1) (1)

Per i due ispettori, come potete leggere nelle righe sottolineate alla fine, pur in mancanza di condotte penalmente rilevanti, anche se i procedimenti aperti nei suoi confronti si sono chiusi con l’archiviazione e, in qualche caso con la prescrizione e mai con una condanna, la “pericolosità del soggetto” è riscontrabile anche attraverso tali definizioni processuali.

Noi non abbiamo studiato ma ci pare di capire che quando si è assolti e archiviati si è colpevoli.

Dunque, il futuro della famiglia Iannotta è nelle mani di Dio.