La capitale d’Italia costretta a rincorrere le emergenze a causa di un Piano Rifiuti fallimentare approvato dalla giunta Zingaretti. Dal 28 gli scarti verranno inviati fuori regione con conseguente aggravio di spese e tasse per i cittadini?
ROMA – È vicina la chiusura definitiva della discarica di Albano. L’ordinanza che proroga l’attività dell’impianto firmata nei primi giorni del 2023, infatti, prevede l’operatività del sito fino al 27 febbraio prossimo o comunque fino all’esaurimento del settimo, e ultimo, invaso.
Il documento, siglato da Roberto Gualtieri in qualità di sindaco della Città metropolitana di Roma, ha consentito il conferimento di 1.100 tonnellate al giorno di rifiuti romani nel sito che si trova a pochi metri dall’area di Santa Palomba, nel Municipio IX della Capitale.
Ora discarica sarà avviata a bonifica, in quanto la proroga firmata da Gualtieri a gennaio non avrà un seguito. E’ l’ultima.
È inevitabile, ora, per Roma Capitale, trovare uno sbocco alternativo ai quantitativi di scarti oggi accolti nella cittadina dei Castelli.
Visti i trascorsi, con Viterbo che ha ormai esaurito le volumetrie per la capitale, con Magliano Romano ormai tramontata viste le numerose sentenze del Tar che hanno bocciato l’operato della regione Lazio e dei suoi Uffici, con Roccasecca non operativa, è facile immaginare una nuova emergenza per i rifiuti romani.
Ad oggi la soluzione più probabile sembra essere quella dell’invio fuori regione (o all’estero) dell’immondizia romana, con conseguente aggravio di costi per l’amministrazione e, di conseguenza, per i cittadini, che vedranno inevitabilmente aumentare le tasse sui rifiuti.
I risultati di un Piano Rifiuti deficitario, purtroppo, come detto in più di un’occasione, continuano a manifestarsi senza sosta.
Roma Capitale, per bypassare il documento approvato dalla giunta Zingaretti (con la complicità dei grillini), è stata costretta a ricorrere al governo Draghi che in fretta e furia ha teso la mano all’amministrazione capitolina concedendo poteri speciali al sindaco in materia di rifiuti. Ma, come ribadito in più di un’occasione, la felice intuizione di Gualtieri di dotare Roma di un termovalorizzatore risolverebbe gran parte dei problemi ma non nell’immediato. Tra progettazione, costruzione e collaudo il termovalorizzatore voluto dal sindaco non potrà essere pronto prima del 2026.
Rimane, dunque, la difficoltà di smaltire i rifiuti nell’immediato e la quasi impossibilità di chiudere il ciclo a causa di un Piano Rifiuti fallimentare.
Dove andranno a finire gli scarti dell’immondizia romana?