Montefiascone – Sciuga e Cimarello nel mirino dell’opposizione (ma anche della Procura)

Esposti a Palazzo di giustizia e fascicoli aperti co avvisi di garanzia in vista. La prima ha votato una delibera di giunta (invece di astenersi) portando un evidente vantaggio economico al padre (dipendente comunale); il secondo non ha ottemperato all’ordine di demolizione dei capannoni abusivi

MONTEFIASCONE – Problemi giudiziari in vista per alcuni esponenti della maggioranza del Comune di Montefiascone. A seguito di alcuni esposti firmati dai consiglieri d’opposizione, la Procura di Viterbo avrebbe aperto dei fascicoli che riguardano, in particolare, due assessori della giunta guidata dal sindaco Giulia De Santis. Il primo riguarderebbe l’assessore Giulia Sciuga, il secondo Luciano Cimarello.

Secondo gli esponenti l’assessore Giulia Sciuga avrebbe votato i premi di produzione per il padre (Alessandro dipendente comunale). Per quanto riguarda invece l’ex sindaco Luciano Cimarello ancora si trascina la vicenda legata alla demolizione dei capannoni abusivi utilizzati dalla famiglia per l’allevamento di polli. Situazione quest’ultima che in mancanza di un ricorso al Consiglio di Stato e alla mancata demolizione dei manufatti abusivi potrebbe portare il Comune a procedere alla confisca e alienazione dei beni.

Andiamo per ordine. A seguito di un esposto presentato dall’ex sindaco falisco Massimo Paolini gli inquirenti avrebbero di fatto accertato un abuso d’ufficio che, se acclarato, potrebbe portare alle immediate dimissioni della Sciuga stessa. Paolini, che in passato è stato oggetto di decine di esposti (la più vorace ricordiamo fu la pentastellata Cicoria attualmente assessore), sta ripagando gli attuali amministratori con la stessa tenacia a suon di carte bollate.

Qualche mese fa, infatti, ha depositato un esposto presso il Palazzo di Giustizia, dove segnalava i contenuti della deliberazione di giunta n. 77 del 05.04.2022, con la quale la maggioranza ha approvato il nuovo schema organizzativo delle strutture dell’ente.

Presenti alla votazione della delibera 77, Giulia De Santis (Sindaco) Rosita Cicoria, Luciano Cimarello, Giulia Moscetti, Giulia Sciuga e Angelo Merlo (assessori), davanti alla segretaria comunale Rossella Gogliormella che verbalizzava.

Successivamente, sempre la giunta, adottava con deliberazione n. 96 del 19.04.2022 l’avvenuta riorganizzazione, dove veniva evidenziata la necessità di modificare la dotazione del personale dei vari settori e degli uffici, per adeguarli alla nuova “missione”.

Anche in questo caso gli assessori risultano tutti presenti. All’interno della medesima decisione di giunta, gli amministratori allegavano lo “schema risorse umane assegnate alle strutture dell’Ente”.

Secondo l’esponente Paolini, al quarto settore (servizi educativi ed economato), veniva individuato quale responsabile il ragionier Alessandro Sciuga che non è solo un dipendente storico del Comune di Montefiascone, ma anche padre dell’assessore Giulia Sciuga.

Ovviamente lo “scatto” del padre dell’assessore, ha prodotto una variazione nell’indennità di posizione percepita da ciascun responsabile del servizio assegnato.

Nel caso specifico, la “promozione” votata da Giulia Sciuga, ha prodotto, sempre secondo Paolini, una plusvalenza sullo stipendio annuo finale, compreso tra i 12 e i 16 mila euro. Dunque la figlia invece di uscire al momento dell’approvazione di quelle delibere, che avrebbero comportato un evidente vantaggio patrimoniale al padre, ha partecipato al voto che è stato ovviamente positivo (nel completo silenzio della sindaca, della segretaria comunale e di tutti gli altri assessori presenti).

Nella sua veste di pubblico ufficiale aveva l’obbligo all’astensione ma non l’ha fatto, violando in modo evidente “il proprio ufficio”.

Questa determinazione ha portato un evidente vantaggio economico al padre, per questo, secondo l’ex sindaco, sarebbe incappata in una violazione che, a livello amministrativo, non è di poco conto: la fattispecie criminosa di cui all’art. 323 c.p. (abuso d’ufficio), prevede che “Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla Legge o da atti aventi forza di Legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura e se o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da 1 a 4 anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità”.

A ciò si aggiunge il disposto dell’art. 78 comma 2 del T.U.E.L. D.Lgs. n. 267/2000 che recita “Gli amministratori di cui all’articolo 77, comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado”.

Quando fu posto il problema in Consiglio comunale dall’attuale minoranza e cioè che un responsabile in più nel quadro dirigenziale avrebbe comportato una maggiore spesa per il Comune, la sindaca ebbe a dichiarare che così non sarebbe stato e infatti, per reperire le risorse per la posizione del padre dell’assessora Sciuga, sarebbero state pesantemente erose le premialità degli altri responsabili di altri settori, situazione che, secondo Paolini, sarà sottoposta al vaglio della Procura della Corte dei Conti e non solo, visto che andrà chiarito anche il silenzio anomalo della sindaca e della segretaria comunale che hanno consentito a Sciuga figlia di rimanere in Giunta e votare. Questo il primo rilievo al vaglio degli Inquirenti che starebbero procedendo alla notifica degli avvisi di garanzia ai diretti interessati.