“Non ce la beviamo” ha organizzato una manifestazione in piazza per domani 25 marzo
di Cristina Volpe Rinonapoli
Talete società per azioni, denominata individuata come soggetto gestore unico del servizio idrico integrato, con un perimetro amministrativo, ricomprende i comuni facenti parte dell’A.T.O. n. 1 Lazio Nord – Viterbo.
La dicitura da semplice ricerca internet, e sin qui tutto bene.
Il problema è che la stessa società, dalle mansioni così altisonanti, è passata agli onori della cronaca per essere la “nemica” di molti sindaci, comitati e cittadini, dei comuni della Tuscia.
Ci sarà una manifestazione il 25 marzo a Viterbo in occasione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale dell’Acqua ed il Comitato “Non ce la beviamo” che invita tutti a partecipare, e ci va giù duro, spiegando meglio di chiunque altro, i contorni della vicenda-ampiamente trattata dalla nostra testata: “A partire da quando il 28 aprile 2022 un ristretto numero di sindaci – per l’esattezza 26 – approvò a maggioranza un Atto di indirizzo/orientamento con cui, senza il preventivo assenso di tutti i consigli comunali del’ATO, si autorizzava a procedere alla modifica dello statuto di Talete per consentire la cessione a privati del 40% delle quote societarie. […] vogliamo ricordare anche l’irrituale lettera del presidente dell’ATO Romoli, indirizzata nei primi giorni di settembre 2022 all’allora presidente della Regione Zingaretti, con cui si chiedeva l’unificazione dell’ATO viterbese con l’ATO 2 di Roma. Anche quella lettera, di rilevante portata strategica, venne inviata su iniziativa personale di Romoli, senza alcuna preventiva consultazione con gli organismi elettivi di governo democratico del territorio “.
Ma che succede? Facendo un po’ di rassegna stampa, e spiegandola in breve attraverso le notizie di cronaca: è agli inizi di gennaio che il sindaco di Grotte di Castro, Piero Camilli esplode: “Spero fallisca presto, è stata una disgrazia per la Tuscia” che per quel che riguarda l’entrata in Talete ha fatto saltare le trattative, nel mentre il comune di Tarquinia diffida la società “Pagate 2 milioni e 226mila euro” tuona. ( n.d.r Tarquinia è fra i cinque comuni che hanno fatto ricorso, opponendosi alla cessione di quote pari al 40% a privati per ricapitalizzare la società, essendo complicato prendere altre strade, compresa quella dei comuni soci che dovrebbero mettere soldi in base alle quote detenute).
Ma perché tutto ciò? Torniamo a Montalto di Castro:
Dove diversi cittadini si pongono domande, si entrerà in Talete? E le bollette saliranno? Che succederà anche qui da noi?
È lo stesso Comune di Montalto che in una seduta di Consiglio -il 30 novembre scorso , risponde alle domande dei cittadini, parla l’assessore nonché avvocato, Marco Fedele- tecnico, chirurgico, un uomo di legge- giustamente: ”Questo argomento l’abbiamo discusso questa mattina in commissione la delibera è di carattere tecnico- esordisce prendendo parola- in quanto attiene ad un adempimento normativo che viene imposto a tutte le pubbliche amministrazioni comunali. in un’ottica- prosegue- di contenimento della spesa degli enti locali. Rispetto alle società partecipate, e di conseguente sua razionalizzazione, la normativa impone a tutti i comuni- anche qualora non avessero delle società partecipate- entro la fine di ciascun anno, di portare in consiglio comunale la verifica sul piano di riassesto e razionalizzazione delle eventuali società partecipate, al fine- poi- di trasmettere- incalza Fedele- questo adempimento alla Corte dei Conti, la quale su base nazionale svolge un’attività di verifica e monitoraggio con lo scopo di evitare che per mezzo delle società partecipate l’ente locale vada a sostenere delle spese che non sono proprie ai fini istituzionali dell’ Ente stesso o cmq che possano sfuggire al potere di controllo di tutto il consiglio, maggioranza ed opposizione. Nulla è cambiato rispetto allo scorso anno […] – specifica-rispetto al servizio idrico. Il nostro territorio vede due società, nelle quali il comune partecipa con le quote sociali, una è la società Talete spa e l’altra Montalto ambiente spa. Ricordo che come altri comuni anche il comune di Montalto ha quote sociali nella Talete spa, che ancora non gestisce il servizio idrico nel nostro territorio anche se prossimamente se ne dovrà fare carico..”
La notizia è data: anche Montalto entrerà in Talete, e lo sappiamo dunque già dal consiglio del 30 novembre scorso, nel quale l’avvocato con specifiche di legge e puntuali riferimenti normativi, ha argomentato le risposte alle domande dell’opposizione, fino a quando la stessa sindaca Socciarelli sbotta e prende la parola: “E’ una convergenza tariffaria decisa da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) – scandisce bene l’ultima parola la sindaca- A-R-E-R-A E non punto il dito neanche contro la precedente amministrazione! Arera ha obbligato tutti quei comuni che erano fuori dalla gestione Talete, ad acquisire la tariffa Talete! Perché secondo Arera non c’era un’unità di pagamento fra i comuni gestiti da Talete e quelli rimasti fuori! Alcuni comuni , di questi 29, sono- fra l’altro -commissariati, quindi ha imposto di fare una convergenza tariffaria! Ma non è colpa di nessuno! È colpa di chi ci ha obbligati ed accettare di prendere queste tariffe!”.
Dunque colpo di scena, da parte della sindaca di Montalto di Castro, che non solo si mette nei panni della precedente amministrazione, ma dichiara che il comune entrerà in Talete obbligato da Arera, appunto.
La Socciarelli, non è sicuro l’unica sindaca della Tuscia insoddisfatta, la vicenda di Talete sembra stata fatta su misura per essere indigesta a cittadini ed amministratori, bollette lievitate e malcontento generale.
Nel mentre: il comitato “Non ce la beviamo” si ribella e starà in piazza il 25 a Viterbo, qualche sindaco che proprio non ci sta e s’impone ma per il momento nulla di fatto, e Montalto di Castro, a parte le sue verità in qualche modo anche rivoluzionarie, svelate dalla sindaca stessa in sede di Consiglio, sembra subire questa vicenda, che più che un passaggio per una fornitura sembra una bella prepotenza.
Ed allora? fermiamo Talete! Si è ancora in tempo? Ma come?