Protagonista del “Patto d’Aula”, stampella dell’ex Governatore ai tempi dell’anatra zoppa e trombato alle elezioni del 12 e 13 febbraio, rivendica un seggio rivolgendosi ai giudici amministrativi. Cacciato subito dopo le elezioni dalla Lega è passato a Forza Italia transitando via Italia Viva. Il precedente del 2018…
ROMA – Enrico Cavallari non si accontenta di aver vissuto un’intera legislatura al fianco della maggioranza di centrosinistra nella regione Lazio. Prima con il cd “Patto d’Aula”, garantendo a Zingaretti la governabilità nonostante l’anatra zoppa, poi con l’assegnazione di una Commissione permanente che di norma spetta ad un esponente della maggioranza. Sempre a sinistra (almeno quando quest’ultima ha governato).
Nel mezzo anche il suo passaggio ad Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Un cambio di casacca ancora visibile sul sito ufficiale proprio di Italia Viva che, riprendendo un’intervista pubblicata sul quotidiano “Il Tempo” del 27 ottobre 2019, scrive: “Insieme con Marietta Tidei aderisce a Italia Viva anche Enrico Cavallari. Una carriera politica tutta nel centrodestra (è stato assessore comunale a Roma nella giunta Alemanno ed è stato eletto alla Regione Lazio nelle liste della Lega), da mesi ha aderito al «patto d’Aula» resosi necessario a causa dell’effetto «anatra zoppa» creatosi alla Pisana dopo le elezioni. Cavallari, su singoli temi, ha dialogato per mesi col centrosinistra, aiutando una maggioranza che altrimenti, senza di lui, non avrebbe avuto i numeri per essere autosufficienti. La sua adesione a Italia Viva, un partito di centrosinistra ma d’ispirazione riformista, moderata e liberale, completa un percorso avviato molto tempo fa. Cavallari con Renzi entra così stabilmente in maggioranza, trovando una «casa politica» dopo mesi di Gruppo Misto (nel quale comunque rimarrà finché almeno un altro consigliere regionale non passerà nella compagine renziana rendendo così possibile la creazione di un gruppo autonomo)”.
Verso la fine della legislatura, quando si è capito che il centrosinistra era spacciato e il centrodestra avrebbe trionfato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, Cavallari ha bussato alla porta di Forza Italia per chiedere una candidatura. Che, puntualmente, ha ottenuto. Mettendo a segno l’ennesimo cambio di casacca della sua carriera. Quasi come un novello Jefferson Louis, calciatore britannico, attaccante delle serie minori inglesi, che ha giocato per 42 squadre diverse, venendo trasferito 47 volte in 28 anni di carriera.
L’ex stampella di Zingaretti si è rivolto ai giudici amministrativi per ottenere il seggio alla Pisana. Contesta l’assegnazione del premio di maggioranza e con la sua rivendicazione mira ai seggi di Fratelli d’Italia. Praticamente lo stesso modus operandi (già fallito) messo in campo il mese scorso nelle memorie inviate alla Corte d’Appello che, dopo tutte le verifiche del caso, ha proclamato i 50 consiglieri regionali del Lazio, mantenendo la ripartizione originaria con 31 seggi alla maggioranza, di cui 22 a Fd’I, e 20 alle opposizioni.
La commissione della Corte d’appello, quindi, ha respinto i ricorsi di Lega e Forza Italia che chiedevano di rimodulare l’assegnazione del premio di maggioranza per avere 3 consiglieri in più nella circoscrizione di Roma.
I ricorrenti avevano chiesto che venisse messo in discussione il premio di maggioranza, con l’attribuzione slegata dalle circoscrizioni elettorali e invece effettuata in base ai voti ottenuti da ogni singola lista. Contestazione rispedita al mittente.
Alla Pisana in molti hanno tirato un sospiro di sollievo quando hanno letto il responso delle urne. L’esclusione di alcuni candidati è stata accolta con favore dagli addetti ai lavori, stufi dei continui balletti da una parte all’altra dello schieramento di alcuni esponenti politici. Forza Italia ha eletto solo tre consiglieri: i tre, però, possono considerarsi a tutti gli effetti fedeli alla coalizione di centrodestra.
Ricordiamo, infine, che nel 2018 c’è stato un ricorso al Tar simile a quello messo in piedi dal Cavall(ari) di Zingaretti. Anche allora Rocco Berardo contestava l’assegnazione del premio di maggioranza e la rappresentatività delle province. Nel 2018 le liste del PD nelle province di Frosinone e Latina, grazie al premio di maggioranza, avevano raddoppiato i seggi. I giudici amministrativi in quella occasione avevano ribadito che la Corte d’Appello, nell’assegnare i seggi, aveva rispettato alla lettera la legge regionale da poco approvata.
Cavallari dovrà accontentarsi di essere stato, nella seconda parte della legislatura, presidente della XII Commissione consiliare “Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione”. Ereditata da un altro consigliere “non nemico” di Zingaretti, Sergio Pirozzi. Nella prima fase della legislatura ha presieduto il “Comitato per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche regionali”. Per gentile concessione del centrosinistra. In ultimo, il “Jefferson Louis de noantri” dovrà ringraziare Forza Italia per avergli dato la possibilità (fallita) di rientrare dall’ingresso principale di via della Pisana. Se vuole, in Consiglio ci potrà tornare: la vigilanza consente l’ingresso anche agli ex consiglieri come visitatori.
Insomma, alla notizia del ricorso presentato da Cavallari in molti avrebbero esclamato: