Da dodici anni cura l’importante pubblicazione. Oggi al tavolo istituzionale con il ministro Lollobrigida e le principali associazioni agricole. “In gioco l’identità del nostro Paese. Investire su tecnologia, consapevolezza e formazione dei produttori”
VERONA – Verrà presentata oggi al Vinitaly la tredicesima edizione della guida “Oli d’Italia 2023” curata ed editata dal Gambero Rosso. Viaggio tra le eccellenze olivicole italiane presentate in 528 pagine e “riconosciute” con una, due o tre Foglie. A curare la guida da dodici anni il viterbese Stefano Polacchi che ha affiancato il capo panel, tecnico ed esperto assaggiatore, Indra Galdo alla scoperta di 840 oli extravergine, 465 aziende e 263 agriturismi all’assaggio delle cultivar
Caninese, Carboncella, Itrana, Raja, Rosciola, Leccino, Frantoio, Maurino affiancate dalle minori: Core, Crogiolo, Marina, Montonese, Salviana.
Oggi alle ore 15 presentazione ufficiale al Palaexpo del Vinitaly. Ad aprire i lavori Stefano Polacchi, con lui il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia, per il tavolo istituzionale che vedrà la presenza del ministro Francesco Lollobrigida, del presidente Coldiretti Ettore Prandini, della Cia Cristiano Fini e il vice presidente di Confagricoltura Matteo Lasagna
“La nostra guida Oli d’Italia e il premio delle Tre Foglie hanno un chiaro obiettivo: la promozione dell’eccellenza italiana che ha permesso al nostro paese di proteggere più di altri la biodiversità, di far crescere l’export a beneficio del PIL nazionale e del reddito di tutti gli operatori di questo settore vitale per la nostra sovranità alimentare. Rientrano in questa battaglia civile il contrasto a semafori e nutriscore che guarda caso hanno eletto il benefico olio extravergine tra i primi prodotti da criticare“. ha commentato il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia.
E non potevamo non raggiungere Polacchi, da anni caporedattore del Gambero Rosso, e viterbese, per farci anticipare qualcosa su produzione e andamento, soprattutto nella provincia di Viterbo.
“Gli eventi climatici stanno cambiando il mondo della produzione olivicola. Usciamo da un’annata con forti contrasti, quantitativi in calo rispetto alla media nel sud Italia con alcune zone da allarme rosso. Nel viterbese è stata una buona annata la raccolta ha prodotto risultati importanti come si evince dai premi”.
Oggi incontrerai il ministro all’agricoltura e sovranità alimentare Lollobrigida, che già dal nome del suo ministero, dovrebbe avere molto a cuore la sorte dei prodotti italiani, cosa vorresti chiedergli?
“Un vertice serio e costruttivo sul mondo dell’olio con il coinvolgimento dei maggiori players del settore. Un marketing ben definito sia sui mercati interni che internazionali, una visione politica che punti a qualità e conoscenza, è necessario che i produttori siano formati e consapevoli del grande prodotto tradizionale che lavorano, soprattutto viste le notevoli tecnologie estrattive di cui disponiamo, insomma conoscere cosa significa produrre qualità”.
Quindi?
“L’olio extravergine italiano è un prodotto dal valore inestimabile. Non è possibile trovare oli avvinati o con riscaldo che hanno superato certificazioni. Il riconoscimento di un olio difettato deve partire dai produttori, cominciare con loro per arrivare ad un prodotto ineccepibile, in gioco c’è l’identità del nostro Paese con le sue 500 cultivar utilizzate per gli extravergini contro le 140 della Spagna. La nostra grande biodiversità è una tavolozza di sapori e caratteristiche dai valori unici. Custodiamoli. Alle istituzioni chiederei anche di interessarsi del recupero degli uliveti abbandonati che in Italia sono tantissimi”.
La campagna olearia 2022-2023 in Italia
La campagna olearia ha fatto registrare di nuovo un crollo nella produzione nelle aree più attive che ha portato a un calo del 37% in confronto alla campagna precedente. Tanto che l’Italia se la deve battere con la Grecia per il secondo posto tra i Paesi Produttori, al seguito della Spagna che ha avuto anch’essa una flessione tra il 30 e il 50% rispetto allo scorso anno.
La crisi produttiva, legata a fattori climatici avversi, ha colpito in modo particolare la Puglia (-52%), ovvero la regione da cui provengono mediamente la metà delle olive italiane. Male anche la Calabria con -42% e la Sicilia, dove sono state raccolte un quarto di olive in meno
rispetto alla campagna 2021- 2022. Il tutto in un momento drammatico per l’agricoltura in cui si assiste a forti aumenti dei prezzi per l’energia, i carburanti, e per gli altri fattori produttivi.
In pratica tutto il Meridione dell’olio è sotto un grande segno rosso. Si salvano, al Centro-Nord, Toscana, Umbria e Liguria, che hanno avuto un incremento evidente nella produzione e che hanno anche segnato ottimi risultati a livello di qualità delle etichette presentate.
Peccato invece per le Marche che seguono un percorso negativo (-25%). Bene il Nord:
Lombardia (+142%), Trentino (+122%) e Piemonte (+57%), Emilia-Romagna (+40%) e Friuli Venezia Giulia (+40%) dove i livelli produttivi sembrano più in linea con le annate di carica.
La guida “Oli d’Italia” ha assegnato una Stella rossa a quelle aziende che hanno ottenuto Tre Foglie per almeno dieci anni. Per Il Lazio, all’azienda ALFREDO CETRONE di SONNINO (LT) e AMERICO QUATTROCIOCCHI di TERRACINA (LT)
Premio speciale a COLLI ETRUSCHI EVO DOP TUSCIA MONOCULTIVAR CANINESE di BLERA (VT).
Le tre foglie per il LAZIO:
AURUM BIO Podere Tiberi (Vt)
CRU DEI CRU I&P (Vt)
DOP CANINO MONOCULTIVAR CANINESE Olivicola di Canino (Vt)
DOP COLLINE PONTINE MONOCULTIVAR ITRANA BIO Agresti 1902
EVO DOP TUSCIA MONOCULTIVAR CANINESE Colli Etruschi (Vt)
IGP ROMA Frantoio Battaglini
IL NOCE Monocultivar Canino Attilio Gabrielli (Vt)
Monocultivar ITRANA Alfredo Cetrone
L’ITRANA Monocultivar itrana Genesio Mancini Il Frantoio
Monocultivar FRANTOIO BIO San Bartolomeo
Monocultivar ITRANA Terre del Sovescio
Monocultivar LECCINO Cappelli
Monocultivar LECCINO Roberta Marcoaldi
Monocultivar MAURINO Laura De Parri Cerrosughero (VT)
SUPERBO BIO Americo Quattrociocchi
b.f.