Latina – Caso Italy Glass fa emergere il “sistema Castriota”, anche Iannotta vittima di una frode processuale

L’avvocato della difesa fa cadere il castello di sabbia costruito su presupposti falsi dall’amministratore giudiziario Francesca Sebastiani. Adesso gli atti saranno trasmessi a Perugia

LATINA – Quella di stamattina, nell’aula 8 del GUP del Tribunale di Roma a piazzale Clodio, sembrava dover essere un’udienza interlocutoria sul sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Latina e dalla DDA di Roma nei confronti di Luciano Iannotta e della società Italy Glass.

Filone, in cui sono coinvolti oltre Iannotta il suo braccio destro Luigi De Gregoris, prende spunto da un’informativa redatta dalla Squadra Mobile di Latina e dal rapporto stilato dall’amministratore giudiziario Francesca Sebastiani delle società sequestrate all’ex Presidente di Confartigianato.

Accuse frutto, come illustrerà nel dettaglio la difesa, frutto della fantasia e dei comportamenti fraudolenti della Sebastiani (nella foto principale) secondo la quale, la Italy Glass avrebbe emesso un rilevante numero di fatture false per operazioni inesistenti con la complicità delle società del gruppo Akros Holding, amministrata da Luigi De Gregoris, e di altre società riconducibili a Iannotta.

dissequestro Akros (1)

Oggi si doveva entrare quindi nel merito e discutere del rendiconto presentato dall’amministratore giudiziario, Francesca Sebastiani.

Udienza pubblica alla quale abbiamo potuto assistere che si è rivelata ricca di colpi di scena.

Presente in aula l’allora amministratore giudiziario, Francesca Sebastiani, che si è presentata in Rolex e gioielli neanche fosse una giornata milanese della moda.

Dettagli che però, come vedremo, hanno gettato pesanti ombre sul suo operato e che ha messo più volte in difficoltà il giudice per le indagini preliminari, dottoressa Valeria Tommasini, costretta (tatticamente) ad interrompere ripetutamente le contestazioni dell’avvocato Mario Antinucci, difensore di Iannotta e della Italy Glass.

L’avvocato ha cercato di ripercorrere il modus operandi del Tribunale di Latina che, rivisto oggi dopo l’arresto della giudice Castriota, ha fatto riflettere molto su come è stata gestista l’inchiesta ed ha gettato ulteriori ombre sulle decisioni prese con “estrema leggerezza” dai togati che, di fatto, sono stati indotti in errore da una relazione palesemente falsata e prodotta dall’amministratore giudiziario. Per capire meglio di cosa parliamo entriamo all’interno dei fatti emersi nel dibattimento.

Il 17 settembre del 2020 il Tribunale di Roma ha nominato la dottoressa Francesca Sebastiani amministratrice giudiziaria della Italy Glass. Nomina revocata automaticamente con il dissequestro avvenuto in data 9 luglio 2021. Questo il documento:

DISSEQUESTRO ITALY RIESAME

La dottoressa Sebastiani, cosa inimmaginabile, è stata in grado di presentare una relazione finale di sole 24 paginette. Non ha allegato i documenti probatori che sono alla base del dibattimento e cioè le famose “fatture false”. Fatture così false grazie alle quali ha però effettuato azioni di recupero credito emettendo altrettanti decreti ingiuntivi.

Relazione priva di elementi probatori ma fitta di insinuazioni e circostanze che anche un neo diplomato in ragioneria sarebbe in grado di contestare.

Quando affermiamo “poco chiare” e piene di “giudizi fuorvianti” non supportati da prove è perchè questo è emerso nel contradditorio quando si è parlato dei debiti con l’erario.

Il difensore di Iannotta ha infatti prodotto documenti certificati dall’Agenzia delle Entrare (DURC) che dimostrano la regolare posizione contributiva della Italy Glass al momento del sequestro; documento ancora più eclatante la relazione della Guardia di Finanza che ha accertato la puntualità dei pagamento degli oneri fiscali da parte di Iannotta smantellando il teorema della relazione prodotta prima dalla Squadra Mobile di Latina e successivamente dalla Sebastiani.

Durc_INAIL_23232013_SCADENZA 17.11.2020

Sulla contestazione, quest’ultima, non ha saputo o forse non ha voluto rispondere trovando sponda nel giudice che in più di una circostanza non è sembrata all’altezza di questo contradditorio (forse non aveva avuto il tempo di leggersi le carte).

A questo punto il vero colpo di scena. L’avvocato Antinucci ha contestato all’amministratrice giudiziaria di aver “abusivamente e fraudolentemente carpito una corrispondenza Pec tra la Italy Glass e il notaio Becchetti l’8 settembre del 2021 quando lei aveva già cessato sia le funzioni da amministratrice giudiziaria che da amministratore unico e liquidatrice con verbale d’assemblea datato 23 luglio 2021“. Ecco il verbale:

Verbale ITALY GLASS Spa in liquidazione (1)

A che titolo, secondo la difesa, la Sebastiani ha avuto accesso a quell’informazione privata giunta via Pec non avendo in quel momento alcuna funzione?

Non solo. A seguito dell’azione fraudolenta decideva di integrare la prima relazione auto nominandosi “amministratore giudiziario” facendo cadere in un macroscopico errore i giudici del Tribunale di latina che per quanto prodotto in seguito, cioè un nuovo sequestro, potrebbero avere delle conseguenze loro stessi. Questa la relazione:

3-RELAZIONE INTEGRATIVA SEBASTIANI 9.9.21

Ovviamente il Tribunale del Riesame, leggendo le contestazioni della difesa ha accolto la richiesta della difesa e annullato il sequestro basato sulle “fantasiose ricostruzioni” della dottoressa Sebastiani che, incalzata dalle domande di Antinucci, è caduta più volte in contraddizione ammettendo più volte di aver presentato lei quella relazione “pensando” di ricoprire il ruolo di amministratore unico della Italy Glass, cosa documentalmente falsa. (VEDI)

L’avvocato Antinucci ha quindi chiesto al giudicedi trasmettere tutti gli atti alla Procura di Latina ma anche a quella di Perugia visto che il reato di frode processuale era appena stato confessato dalla Sebastiani.

Il reato di frode processuale consiste nel fatto di chi, nel corso di un procedimento civile o amministrativo, al fine di trarre in inganno il giudice in un atto d’ispezione o di esperimento giudiziale, ovvero il perito nella esecuzione di una perizia, modifica artificiosamente lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone.

La pena, sempre se il fatto non sia preveduto come autonomo reato da altra disposizione di legge, è la reclusione da uno a cinque anni. Si tratta di reato per cui non si può procedere che in seguito a querela cosa che sarà fatta nei prossimi giorni una volta acquisita la registrazione fonetica dell’udienza.

Il reato di frode processuale punisce la persona che, pur non essendo direttamente coinvolta nel procedimento (in qualità di attore, ricorrente o imputato, ad esempio), si adopera affinché lo stesso possa essere sviato. In questo caso la circostanza si è evidenziata in modo tranciante. I giudici hanno emesso un provvedimento su una relazione falsata nei presupposti di legge. La Sebastiani non ricopriva alcun ruolo in quel momento ma, nonostante tutto, si è presentata al Gip come amministratrice giudiziaria, cosa palesemente falsa. Tanto è vero che lo stesso Tribunale del Riesame ha respinto il provvedimento di un ulteriore sequestro preventivo.

A quel punto è iniziata una vera e propria “battaglia” per impedire alla difesa di parlare ma, nonostante tutto, ancora una volta l’amministratrice giudiziaria è “riuscita” a confessare di aver restituito ad una società di leasing, a soli 75 mila euro, una Porsche 991 GT3 che ancora oggi si trova usata sul mercato a 200mila euro. “Non potevamo pagare le rate l’abbiamo restituita”. Semplice, pari e patta. Visto il precedente “Castriota”,  Cantone dovrebbe mettere le mani anche su questo caso senza aspettare ulteriori denunce da parte dei vari attori.

Una passione per le macchine quella dell’amministratrice giudiziaria. Tutte quelle che ha trovato a carico della Italy Glass si è sbrigata a venderle in men che non si dica per fare “cassetto”. Mercedes, Fiat 500, Smart. Non si è dimenticata neanche di pagarsi le giuste e laute parcelle per il lavoro da svolto. Si è dimenticata però di pagare gli stipendi ai dipendenti. Di opporsi ai decreti ingiuntivi. Di incassare i soldi dei macchinari affidati in affitto a società estere. Insomma un vero e proprio disastro amministrativo che è esattamente l’opposto di quanto prevede il mandato affidatogli dal Tribunale di Roma e cioè di mantenere viva l’azienda e di farla produrre come stava facendo fino a quel momento.

L’amministratrice giudiziaria Francesca Sebastiani non risponde alle nostre domande

Ha ammesso di non aver redatto alcuna relazione e rendiconto per le altre società oggetto del sequestro come ad esempio la Italy Transport liquidando il tutto con una semplice risposta: “non producevano profitti quindi era inutile la relazione“. Peccato però che ci siano decine di mezzi fermi che stanno marcendo dentro un deposito e che potevano essere utilizzati in modo utile alla fine di un recupero di risorse economiche.

Alla fine dell’udienza abbiamo provato a chiedere qualche delucidazione all’amministratrice giudiziaria ma si è ben guardata dal farlo e liquidando il tutto con “siete tutti pupazzi“.

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