Centrosinistra battuto a Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia
Dura battuta d’arresto per i socialisti del premier spagnolo Pedro Sanchez e i loro alleati di sinistra a sei mesi dalle elezioni nazionali.
Nel voto amministrativo in alcune delle principali città spagnole, la destra ottiene alcune vittorie di alto peso specifico: oltre che nel tradizionale feudo conservatore di Madrid, il Partito Popolare (Pp) e Vox hanno ottenuto la maggioranza a Valencia e Siviglia, due grandi comuni controllati nell’ultima legislatura da formazioni progressiste.
A Barcellona, invece, la sindaca di sinistra uscente Ada Colau (nella foto con un leader di Open Arms) viene sconfitta da Xavier Trias, già primo cittadino della città tra il 2011 e il 2015 e candidato degli indipendentisti di Junts per Catalunya.
Nel frattempo, lo scrutinio provvisorio avviato nella tarda serata di domenica indica che il centrosinistra potrebbe perdere anche il controllo di alcune delle 12 comunità autonome in cui si sono si sono tenute in giornata elezioni regionali: la sconfitta più sanguinosa per Sánchez e i suoi potrebbe arrivare nella Comunità Valenciana, dove Pp e Vox sono in vantaggio. Presagi negativi per le forze politiche progressiste spagnole erano arrivati già dal sondaggio diffuso dalla tv pubblica Tve alla chiusura delle urne.
L’anticipazione è stata poi confermata dai risultati ufficiali: un colpo non da poco in particolare per le aspirazioni delle formazioni del governo nazionale (Partito Socialista e Unidas Podemos) di mantenersi al potere a Madrid anche nella prossima legislatura.
Proprio dalla capitale arrivano altre notizie negative per i progressisti, con la popolare Isabel Díaz Ayuso vicina a ottenere un terzo mandato come governatrice, questa volta forse anche con una maggioranza assoluta. Mentre a livello comunale, il collega di partito José Luis Martínez Almeida e sindaco uscente ha ottenuto la conferma per un secondo mandato conquistando i 29 scranni necessari per un governo in solitaria, battendo ampiamente le formazioni di sinistra. Altre sconfitte per il centrosinistra potrebbero arrivare nelle regioni dell’Aragona, Baleari e La Rioja.
Il doppio appuntamento con le urne di questo 28 maggio è stato largamente annunciato alla vigilia come un test cruciale per i partiti in lizza. Da un lato, i socialisti di Sánchez e i suoi alleati di sinistra hanno affrontato il giudizio degli elettori sulla propria risposta politica in molti territori a tutte le emergenze scoppiate negli ultimi quattro anni, dalla pandemia di Covid alla recente crisi inflazionistica legata alla guerra in Ucraina. Dall’altra, per gli avversari tradizionali del Pp e gli ultraconservatori di Vox la tornata ha rappresentato una grande opportunità per testare l’effettiva volontà degli spagnoli di propiziare il “cambiamento di ciclo politico” di cui si dicono promotori.
Anche visto che, da diverso tempo a questa parte, nessuna delle due formazioni chiude la porta all’eventualità di dar vita ad un’asse post-elettorali come quello già sperimentato in alcuni territori, ad esempio nella regione della Castiglia e León. Alle ultime elezioni locali, tenutesi nel 2019, il Partito Socialista (Psoe) fu nel complesso la prima forza, con un vantaggio di circa 1,6 milioni di voti rispetto al Partito Popolare: il margine di vantaggio è stato invece completamente sgretolato dai secondi, che ora è invece prima forza con quasi 800.000 voti di vantaggio. Sotto la sede nazionale di questa formazione, a Madrid, diversi militanti si sono già riuniti per festeggiare il risultato.