Viterbo – Lavori di pubblica utilità invece del carcere. Convenzione tra Comune e Tribunale

Frontini: “Potranno aiutare nella manutenzione della città, in particolare del verde pubblico”

VITERBO – Introduzione lavoro di pubblica utilità, sottoscritta questa mattina dal presidente del Tribunale Francesco Oddi e dalla sindaca di Viterbo Chiara Frontini la convenzione per l’introduzione del lavoro di pubblica utilità sostitutivo della pena.

La convenzione, che si colloca nel quadro delle misure introdotte dalla riforma Cartabia, che ha previsto un significativo ampliamento dell’ambito operativo di una serie di istituti riconducibili alla materia della giustizia riparativa, è stata firmata presso i locali del Tribunale di Viterbo, dal presidente del Tribunale e dalla sindaca, alla presenza del direttore dell’Uepe – Ufficio esecuzione penale esterna Maria Biondo, in rappresentanza di un ufficio che rivestirà un ruolo nevralgico ai fini del buon funzionamento e dell’implementazione degli istituti voluti dalla recente riforma.

Era una convenzione attesa da tempo – spiega il presidente del Tribunale Francesco Oddi – della quale il Comune era sprovvisto e sulla quale noi come Tribunale di Viterbo, puntiamo molto. Ci si attende una crescita – in proporzione rispetto agli altri comuni – del numero dei soggetti interessati dalla convenzione oggi sottoscritta. Un’iniziativa nella quale credo poiché dimostra il vero senso di emenda ed espiazione della pena. Oltre che favorire il recupero delle persone condannate, il percorso redentivo si risolverà in termini di un servizio alla comunità, la quale sarà tangibilmente interessata da questo nuova proposta. La convenzione si propone infine come esempio e traino per altre realtà comunali che, in questi giorni, stanno iniziando a muoversi”.

Questa collaborazione era nell’aria da tanto tempo – sottolinea la sindaca Chiara Frontini – ma non si era mai concretizzata. Oggi abbiamo conseguito un importante obiettivo. In poche parole, coloro che vengono condannati a pene inferiori ai tre anni e per i quali il giudice dispone di scontare una pena alternativa, fuori dal carcere, potranno contribuire al benessere della collettività con attività socialmente utili. Uno strumento proattivo per “ripagare” la comunità del danno recatole, e contribuire a prendersene cura. Abbiamo previsto che possano aiutare nelle manutenzioni cittadine, in particolare nel verde pubblico. Un risultato che ha visto il prezioso contributo anche dell’assessore alle politiche sociali Patrizia Notaristefano, del delegato alle politiche di sicurezza integrata Umberto Di Fusco e al contenzioso Luigi Gioiosi. Un autentico esempio di cooperazione istituzionale che sono certa darà soddisfacenti risultati, sia per le istituzioni, sia per la cittadinanza nel suo complesso”.

L’UEPE, in questo contesto, sarà chiamato a presidiare alcuni momenti essenziali in sede di programmazione e controllo di quanto disposto dal giudice in occasione dell’applicazione delle sanzioni: dalla stesura del programma di trattamento, alla verifica sulla condotta del condannato e sull’effettività del percorso di reinserimento intrapreso da quest’ultimo.