Il progetto è della famiglia Grani solo di facciata? La società con capitale sociale di 10mila euro (solo 2.500 versati) e bilanci praticamente a zero come farà a realizzare un’opera da 22milioni di euro e senza una gara d’appalto in vista almeno per i prossimi 5 anni?
ARLENA DI CASTRO – Gratta gratta alla fine esce fuori sempre lui, Manlio Cerroni. Il Supremo. Il Re delle buche che da quasi 50anni impone un monopolio sullo smaltimento finale dei rifiuti senza precedenti nel Lazio, in Italia, in Europa.
Grazie a fenomeni da teatrino della politica quali il sindaco di Arlena Publio Cascianelli e quel furbacchione del presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli (che intanto ha vinto un posto fisso), ci siamo potuti dedicare alla nostra passione più grande, leggere le carte. Cosa che ovviamente i politicanti nostrani non hanno fatto e che gli auguriamo faccia la Procura di Viterbo prima che si caccino in guai ben peggiori.
Iniziamo dalla genesi di questo progetto dove sono già evidenti falle di proporzioni gigantesche.
Med Sea Litter Italia srl è una società sorta dal nulla, composta da persone che non hanno alcuna esperienza in ambito rifiuti. I proprietari delle quote sono persone che non hanno un background alle spalle che possa far pensare siano in grado di mettere in piedi una cattedrale nel deserto senza avere la minima idea di cosa stiano realmente facendo. O meglio, lo sanno perfettamente che per farsi autorizzare una nuova discarica non bisogna parlare di rifiuti ma di tutela dell’ambiente e del mare. Funziona.
cciaa med sea
Una società che, da una prima lettura, già appare evidente non sia in grado di affrontare un investimento come quello che propongono. Nessuno tra regione Lazio, Provincia di Viterbo e Comune di Arlena di Castro si è accorto che il capitale sociale versato a è di appena 2.500 euro.
La Med Sea Litter Italia è di proprietà della Panama Srl.
PANAMAQuesta società ha lo statuto fatto copia-incolla con quello precedente. Tutto uguale, virgole comprese. I soci sono:
Ordine N° 27299
Panama Srl detiene anche il 49% delle quote societarie della Med Sea Litter Srl. La maggioranza delle azioni sono detenute dalla Ecosicura Srl di Aprilia. La “gemella” ha presentato gli stessi identici progetti in altre regioni dove, migliori ed attenti amministratori non gli hanno permesso di portare a termine le loro tutt’altro che ambientaliste ambizioni.
Già perché la “viterbese” Med Sea Litter Italia Srl ha presentato un progetto per realizzare un impianto di recupero delle plastiche recuperate dal mare. Un investimento gigantesco. 22 milioni di euro con un capitale sociale di appena 2.500 euro. Hanno ingolosito il sindaco promettendo 60 posti di lavoro (potrebbe configurarsi qualche reatuccio solo a pensarlo) e royalty da un milione all’anno.
Il primo punto di fragilità di questo colossale “mascariamento” è su chi porterà, all’interno dell’impianto di smaltimento, la presunta plastica recuperata dal mare.
C’è stata una gara? La signora Grani ha vinto un appalto con la regione Lazio? Con qualche comune del litorale? Con la Capitaneria di Porto? Con l’Autorità di Sistema Portuale?
La risposta è semplicemente no. Non ha vinto niente e potrebbe non aggiudicarsi nulla. Allora perché investire al buio 22 milioni di euro?
schema med sea litterCi ha incuriosito la presenza di Ecosicura di proprietà della famiglia Fiorillo.
DOSSIER sulla soc. ECOSICURA, costola dell’impero Cerroni proponente di una discarica in loc. COLLI DEL SOLE – Aprilia
ECOSICURA S.r.l.:
Società a responsabilità limitata – Società di capitale
38.21.09 – Trattamento e smaltimento di altri rifiuti non pericolosi
VIA GROENLANDIA, 47, 00144, RomaProprietari e amministratori di Ecosicura srl. sono VINCENZO e FABRIZIO FIORILLO. L’indirizzo di Roma, via Groenlandia 47, ospita non a caso anche la sede legale della società Formica Ambiente srl. che gestisce la discarica di Brindisi (AIA rinnovata fino al 2019 con D.D. n. 4 del 23.01.2014) di cui era amministratore unico e consigliere di amministrazione lo stesso Vincenzo Fiorillo poi dimessosi in attesa degli esiti giudiziari dopo l’arresto del 2009.
Il progetto per la discarica in località Colli del Sole di Aprilia è stata presentato in Regione il 26 dicembre 2017, dopo soli due mesi dalla prescrizione dei reati a carico di Vincenzo Fiorillo.FORMICA AMBIENTE S.r.l.: VINCENZO FIORILLO e PAOLO STELLA
Contrada Formica – 72100 Brindisi
SEDE LEGALE:
Via Groenlandia, 47 – 00144 Roma
CODICE FISCALE /PARTITA IVA:
05252621007
https://www.formicambiente.it/
A Brindisi c’è la sede operativa della società, attualmente rappresentata legalmente dall’ingegner Paolo Stella, amministratore unico e direttore tecnico della E. GIOVI.Alla guida del consiglio di amministrazione c’è Piero Giovi presidente, consiglieri Franco Scarafoni e Francesco Rando, tutti uomini legati a Cerroni.
Il 19 marzo 2009 l’imprenditore Vincenzo Fiorillo, allora amministratore unico fu arrestato dai carabinieri del Noe di Lecce, che scoprirono il meccanismo e le figure che c’erano dietro al flusso di rifiuti tossici nocivi, che sarebbero stati illegalmente smaltiti lì e che arrivavano dal Veneto, dal Lazio e dalle Marche.
Migliaia di tonnellate di scarti industriali contaminati dalla presenza di piombo, cadmio, mercurio, oltre i limiti di ammissibilità in quel tipo di discarica. Il tutto con la complicità di chimici, che avrebbero avuto un ruolo nella falsificazione delle analisi dei rifiuti: declassando la pericolosità e tramutando i codici, si dava la patente perché venissero smaltiti alla Formica a basso costo.
Il 12 giugno 2012 il Tribunale di Brindisi nominava il sig. Roberto Paoletti amministratore giudiziario dell’impianto e autorizzava la riapertura il 14 gennaio 2013 avviando il procedimento di rinnovo dell’AIA concessa poi a gennaio 2014.
Lo stesso anno Arpa, nel corso delle attività di controllo ordinario, accertava numerose violazioni e superamenti dei limiti nelle acque di falda.
Pozzo 4: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene (cancerogeno) e 1,2-dicloropropano
Pozzo 5: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene
Furono trovati gli stessi idrocarburi anche nel percolato con valori eccedenti i limiti legali.
Fu inoltre accertato che le analisi del laboratorio di fiducia di Fiorillo, EFFEMME presentate all’Arpa erano falsificate e riportavano valori nella norma.
Tra le numerose violazioni dell’AIA mancata misura del battente minimo del percolato nei pozzi e mancata attivazione del sistema automatico a comando elettrico che doveva garantire il livello minimo del percolato.
Il 3 febbraio 2015 il tribunale di Brindisi condannò Vincenzo Fiorillo a un anno e 10 mesi insieme ad altri 8, per il reato di traffico illecito di rifiuti, anche tossici e nocivi e/o corruzione, dispose il risarcimento danni a favore della provincia di Brindisi e del Ministero dell’Ambiente e autorizzò il dissequestro della discarica.
Il 20-22 aprile 2015 ulteriori controlli di Arpa Puglia accertarono ancora superamenti dei limiti:
Pozzo 4A: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene (cancerogeno) e 1,2-dicloropropano
Pozzo 5A: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene
Pozzo 8: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene
Pozzo 10: superamento limiti per 1,1-dicloroetilene
Il 9 ottobre 2017, a distanza di 11 anni dagli arresti, il processo di appello si concluse per intervenuta PRESCRIZIONE. Tutti liberi.
Fonti:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/brindisi-raddoppia-la-discarica-di-cerroni-e-la-cugina-di-quella-di-pianura-simbolo-di-gomorra/901880/
http://parlamento17.camera.it/application/xmanager/projects/parlamento17/attachments/auditi_pdf/pdfs/000/000/061/Rif_M20141202_15_Formiche.pdfRifiuti spa, da Pianura a Brindisi: L’Indiano svela il tetris in odor di camorra
http://www.brindisireport.it/cronaca/nove-condanne-a-Brindisi-per-discarica-Formica-Ambiente.html
http://www.brindisireport.it/cronaca/Discarica-Formica-prescrizione-per-tutti-gli-imputati-Brindisi.html
http://www.provincia.brindisi.it/dmdocuments/ambiente/Formica_Ambiente/22-07-2015_ARPA Rapporto_Controllo_Ordinario_2014.pdf.
Ecco che prepotentemente viene fuori il nome dell’ottuagenario Manlio Cerroni. Le sue società hanno il monopolio delle discariche. A Viterbo, ad esempio, è in corso l’ampliamento da un milione di metri cubi di Monterazzano. Se mettiamo insieme il business di Arlena di Castro con quello di Viterbo ci troviamo difronte a cifre iperboliche di fatturati da oltre mezzo miliardo di euro.
Ovviamente tutto è stato facilitato da un uomo che la regione Lazio farebbe bene ad allontanare dal proprio ruolo il prima possibile. Vito Consoli. Quello che non si è accorto delle fidejussioni e che sul tema rifiuti obbedisce al vecchio sistema che ha governato la regione Lazio fino a qualche mese fa. E’ lui che doveva vigilare. Controllare la solidità della società proponente ed invece ha firmato tutto senza colpo ferire.
Vogliamo scrivere queste ultime due righe ai personaggi che compongono il “teatrino della politica” viterbese che normalmente stazionano sopra di un albero di pero dove cadono quando capiscono che qualcosa è andato storto. “Non sapevo”, “Non immaginavo”, “Nessuno ci ha informati”. Cazzate. Dalla prima all’ultima. Ebbene la legge per la raccolta dei rifiuti provenienti dalle acque del mare sono stati legiferati appena un anno fa.
Marevivo, Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Pesca, Associazione Mediterranea Acquacoltori, Associazione La Grande Onda, AssoSub, CNR, Compagnia della Vela di Venezia, Fondazione Dohrn, Lega Italiana Vela, Lega Navale Italiana, Legacoop Agroalimentare, Mitilicoltori Basso Lazio, O.P. Mytilus Campaniae, O.P. Produzione Molluschi Regione Campania, Pescaturismo Regione Campania, Ricercatori Università Politecnica delle Marche e Sea Shepherd stanno chiedendo proprio in questi giorni al Governo Meloni un intervento immediato.
È trascorso già un anno dall’approvazione della Legge Salvamare, ma non è ancora operativa perché mancano i decreti attuativi.
Il problema non è risolto, nonostante la buona volontà del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha deliberato uno dei decreti attuativi che premia i pescatori che riportano a terra i rifiuti trovati nei loro attrezzi da pesca. È necessario considerare l’intera filiera che prevede nei porti il punto di sbarco, con il conseguente smaltimento dell’enorme quantità di materiale che dal mare viene riportato in banchina. Questa Legge, quindi, che consente ai pescatori di depositare nei porti la plastica recuperata con le reti, invece di ributtarla in mare, e di poter installare sistemi di raccolta di rifiuti alle foci dei fiumi, non è ancora attuabile.
Com’è possibile che questi della Med Sea Litter siano così sprovveduti da non aspettare di vincere almeno una gara d’appalto oppure andranno a raccogliere a proprie spese la plastica da interrare?
PARTECIPAZIONI FIORILLO VINCENZO
VISURA CONSULTING & MANAGEMENT
VISURA S.ECO.R
VISURA P. GIOVI S.R.L.
VISURA FORMICA AMBIENTE-27.03.2018
VISURA TIBURTINA GESTIONE
VISURA BOHEMIA
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