Sanità, verifiche dei Nas sulle liste di attesa: denunciati 26 medici

Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati dai Nas dopo una serie di verifiche sulla gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali, per visite mediche specialistiche ed esami diagnostici relative al Servizio sanitario nazionale. Tra loro ci sono anche 9 medici che avevano favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste.

Tutti sono accusati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato e interruzione di pubblico servizio. In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte anche con procedure non consentite. Nell’ambito degli stessi controlli, i carabinieri dei Nas hanno individuato, a Perugia, un medico radiologo che svolgeva attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, nonché due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri. A Catania militari del Nas hanno denunciato in stato di libertà un medico di ortopedia e traumatologia di un presidio ospedaliero che eseguiva visite ambulatoriali a vantaggio di pazienti privi della prescritta prenotazione al Cup, bypassando il sistema di “lista d’attesa” e omettendo di richiedere il versamento del previsto ticket contributivo, in danno del Sistema sanitario regionale.

Affanni nella gestione delle liste d’attesa  L’attività ispettiva ha coinvolto oltre 3.800 agende e sono state rilevate oltre 118 situazioni di affanno nella gestione delle liste d’attesa, dovute principalmente alla mancata previsione dei tempi riservati alle prestazioni con classi di priorità nelle agende giornaliere dei singoli medici specialisti. Spesso, le prenotazioni venivano confluite tutte nella classe di prenotazione ordinaria. Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche sono state accertate, su 761 agende, carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori. Ma anche una diffusa carenza di personale medico e tecnici specializzati che, unitamente alla mancanza di adeguati stanziamenti ed attrezzature, ha determinato il rallentamento delle prestazioni sanitarie.

Dopo verifiche in 14 presidi ospedalieri e sanitari delle provincie di Palermo e Agrigento è stata riscontrata, in 23 distinte unità operative e ambulatoriali, la sospensione delle prenotazioni per l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e strumentali (cosiddette agende chiuse). Inoltre, è stato accertato che alcune prenotazioni non venivano fatte confluire nel sistema informatico del Cup, ma inserite in un registro cartaceo.

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