Il Re proclama 3 giorni di lutto nazionale. Stanno bene i 500 italiani nel paese. La scossa di magnitudo 6.8 con epicentro a 70 km da Marrakech alle 4 di mattina è durata 30 secondi. La terra ha tremato anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira
MARRAKECH – Interi villaggi di montagna spazzati via; centinaia di famiglie decimate e migliaia di persone sdraiate nelle piazze per la loro seconda notte fuori dalla propria casa.
Chi spinto dal terrore delle scosse di assestamento – che non danno tregua – e chi perché non ha più un luogo dove rincasare. Il sisma che ha colpito il Marocco nella notte di ieri, alle 23.11, ha devastato la regione a sud-est di Marrakech. L’ultimo bollettino del ministero dell’Interno definisce la portata dell’ecatombe: 2.012 morti e 2.059 feriti, di cui oltre 1.400 gravi.
La maggior parte dei deceduti si concentra nella provincia di Al Haouz (1.293 persone) e, in misura minore, a Taroudant (452), entrambe situate a sud di Marrakech, dove la cifra dei decessi si è fermata a tredici. Al Haouz e’ l’epicentro della scossa di magnitudo 6,8 gradi, a una profondità di 18,5 chilometri, secondo l’esservatorio geologico americano (Usgs). Il Centro nazionale marocchino per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) ha indicato una magnitudo pari a 7 gradi della scala Richter a una profondita di 8,5 chilometri.
In ogni caso si tratta della scossa più forte mai registrata nella storia del Paese. L’ultima che si avvicina per portata – magnitudo 5,7 – risale al 1960 ad Agadir, non molto lontano dalla regione colpita. Allora fece 12 mila morti (un terzo della popolazione locale dell’epoca). La piu’ recente nel 2004, ad Al Hoceima, con 628 morti e 926 feriti (6,3 gradi).
Tafeghaghte e Moulay Brahim sono tra le località più colpite. Piccoli villaggi di montagna (siamo sull’Alto Atlante), a una cinquantina di chilometri dall’epicentro. “Sono stati completamente spazzati via. I crolli di montagna hanno interrotto le strade e reso difficile l’arrivo dei soccorsi”, ha raccontato il ministro della Giustizia, Abdelilah Wahbi, che è anche sindaco di Taroudant.
In questi villaggi a scavare tra le macerie è arrivato l’esercito, con gli elicotteri per i soccorsi e le ruspe per farsi strada. Ma mentre i militari scavavano tra i resti, gli abitanti scavavano le prime tombe: alcune famiglie sono state decimate. E’ gia’ diventa simbolo la signora avvolta in una coperta che hai microfoni della tv di Stato ha elencato i nomi del marito e dei quattro figli, tutti persi. E come lei tanti altri.
Video devastanti provenienti dal Marocco mostrano interi villaggi distrutti nelle zone rurali vicino all’epicentro del catastrofico terremoto di qualche giorno fa che ha causato ormai oltre 2.000 morti. pic.twitter.com/sfOjD3EVhi
— Daniele Angrisani (@putino) September 10, 2023
Citando fonti mediche, il sito di notizie Médias24 ha segnalato inoltre un “afflusso massiccio” di feriti negli ospedali di Marrakech. Ma le disperate richieste di aiuto sono arrivate anche da Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira. “Verso le 23, abbiamo sentito una scossa molto violenta, ho capito che era un terremoto. Ho visto edifici muoversi e sono uscito. La gente era sotto shock e nel panico. I bambini piangevano, i genitori erano sconvolti”, ha detto al telefono all’AFP Abdelhak El Amrani, 33 anni, residente a Marrakech.