Regione Lazio – Caos rifiuti, anche il Consiglio di Stato boccia la Csa e le teorie del dirigente Consoli

Intanto Rida riapre l’impianto di Aprilia ma chiede garanzie dai Comuni sui conferimenti

ROMA – Gestire i rifiuti nel Lazio non è cosa facile. Dopo il dominio incontrastato di Cerroni i danni più grandi li ha compiuti l’ex governatore Nicola Zingaretti mettendo al comando del settore la dirigente Flaminia Tosini (poi arrestata) e successivamente sbizzarrendosi con due dirigenti catastrofici come il terremoto del Marocco, Vito Consoli e Wanda D’Ercole.

In  particolare Vito Consoli si è dimostrato molto “sensibile” nell’autorizzare discariche o chiudere gli occhi sugli impianti di trattamento meccanico autorizzandoli a riceve rifiuti che, per legge, neanche potrebbero varcare i cancelli di quegli impianti.

Di qualche giorno fa la sentenza del Consiglio di Stato che al di là del contenuto che andremo a spiegare sarà come sempre disattesa dal dirigente che non solo Rocca non à riuscito a spostare ma se lo dovrà “ciucciare” per altri lunghissimi 14 mesi dove sarà in grado di portare a termine il compito per il quale è stato chiamato dal duo Zingaretti-Valleriani.

Questa la sentenza del ricorso della CSA di Castelforte contro la Rida Ambiente che, legittimamente, rivendica il suo impianto TMB a differenza dei TM ormai fuorilegge con sentenza della Corte Europea.

Ebbene, il Consiglio di Stato, per l’ennesima volta, ha dato torto ai titolari della CSA di Castelforte ribadendo che dal 2013 ad oggi non poteva in alcun modo ricevere rifiuti indifferenziati non trattati precedentemente in modo meccanico e biologico con la separazione dell’umido e con percentuali non superiori al 15% dello stesso.

sentenza cds

Ma v’è di più. La nuova autorizzazione rilasciata alla CSA di Castelforte dall’instancabile e immarcescibile Vito Consoli non ha tenuto conto della sentenza della Corte Europea (tanto lui in regione fa come gli pare) che, di fatto, rende la nuova autorizzazione di CSA inattuabile in quanto anche per i rifiuti con organico sotto il 15%, che sono gli unici che può ricevere, ne vieta il trasferimento all’estero ed impone il rispetto del principio di prossimità.

Se la CSA per sentenza non può conferire il rifiuto in discarica che fine farà?

Domandona alla quale, ovviamente, nessuno risponde figuriamoci il “distributore” di autorizzazioni borderline Vito Consoli.

Amendola-n-rosso-33-corte-giust-315-20-2021

Ma andiamo avanti.

Qualche giorno fa è andata a fuoco una piccola porzione dell’impianto TMB di Aprilia di proprietà della RIDA Ambiente e il caos che ne è scaturito lo abbiamo letto quotidianamente su ogni organo di informazione.

Adesso Rida ha riaperto ma, giustamente, ha chiesto ai comuni conferitori di presentare i certificati sulla qualità del rifiuto e se il NOE dei Carabinieri ci buttasse un occhio non farebbe male. Chi è che rilascia questi certificati di “merceologica” per stabilire se l’organico è al disotto del 15%?

Perché i certificati che “fanno in casa” gli impianti Tm sono sempre al di sotto del 15% di materiale organico e quando a farli sono ad esempio la RFZ o la Rida superano il 30%?

Speriamo che il nuovo manager dell’Arpa dia un segnale di cambiamento anche su questo aspetto.

La comunicazione scritta da Rida Ambiente srl ai 42 comuni che conferiscono i rifiuti indifferenziati all’impianto Tmb di Aprilia e alle tre società interessate: Progetto Ambiente, Energie Comuni e Multiservizi dei Castelli di Marino S.p.A. è la seguente:

Prot_760b_rida_comunicazione_signed

La lettera firmata dal Presidente del cda di Rida Ambiente srl, Fabio Altissimi, spiega che da oggi, 9 settembre, “La presente per comunicare che a far data dal 09/09/2023 , “i conferimenti saranno riattivati per tutti i comuni che hanno regolarmente provveduto ad inviare le analisi merceologiche aggiornate e rilasciate da laboratorio accreditato nonché le informazioni richieste con nostra comunicazione prot. 740B del 06/09/2023″.

“Si invitano i comuni – conclude la lettera di Altissimi – che ad oggi non abbiano provveduto, ad attivarsi e a non inviare mezzi finché non sia stata inoltrata la documentazione richiesta, e non abbiano ricevuto comunicazione di conferma conferimenti per verifica delle analisi e delle informazioni fornite”.

Voi vi domanderete: la regione Lazio sta aiutando questo imprenditore?

Il solerte e attento certificatore di autorizzazioni Vito Consoli (che fa quel che gli pare senza dare ascolto alla politica ma ai suoi precedenti benefattori) si adopererà per dare una regolamentazione certa al piano rifiuti mettendo tutti allo stesso piano o continuerà a fare quel che vuole scegliendo cosa autorizzare ai soliti noti?

Noi la risposta ce l’abbiamo purtroppo.