Il 59enne di Riano detenuto a Regina Coeli ma spostato ai domiciliari a sua tutela. Il gip: «Condotte premeditate e senza attenuanti. Incurante della salute delle vittime a cui dava il narcotico»
CERVETERI – Il 59enne di Riano spostato da Regina Coeli ai domiciliari a sua tutela. Il gip: «Condotte premeditate e senza attenuanti. Incurante della salute delle vittime a cui dava il narcotico». La notizia è riportata questa mattina sulle pagine del Corriere della Sera. in un articolo a firma di Fulvio Fiano.
Ubaldo Manuali è stato picchiato in carcere e per questo si trova dalla scorsa settimana ai domiciliari. La novità emerge dalle indagini, ancora in corso, sul 59enne netturbino di Riano, che dopo pochi giorni trascorsi a Regina Coeli ha ricevuto il permesso, a sua tutela e senza un nuovo pronunciamento del gip, di spostare la sua detenzione preventiva, con braccialetto elettronico di sorveglianza, a casa della sorella a Cerveteri.
Cerveteri – Ai domiciliari nella città etrusca Ubaldo, il netturbino stupratore di Riano
Una misura che si è resa necessaria per «l’accoglienza» che gli era stata riservata dagli altri detenuti, appena appresi i motivi del suo arresto.
La cosiddetta «legge» non scritta del carcere, dove non è visto di buon occhio chi ha commesso reati violenti su donne e bambini. Manuali, accusato di aver sedato, violentato e filmato almeno tre donne, sarebbe stato picchiato da più persone, e anche in altre circostanze malmenato, insultato, minacciato. Anche su questi episodi sono in corso accertamenti per risalire ai responsabili, ma il clima in generale si era fatto per lui così teso che in urgenza è stato deciso il trasferimento.
Nuove denunce
Intanto il quadro indiziario su Manuali si è aggravato. Anche ieri mattina, al commissariato Flaminio Nuovo, si è presentata una donna che — dopo aver visto il suo volto in questi giorni di grande attenzione mediatica — ha denunciato un presunto stupro che avrebbe subito per mano sua. Un racconto non verificabile, però, al quale difficilmente verrà dato seguito ma che conferma come sul passato dell’uomo sia saltato il tappo di paura, vergogna e incertezza che lo ha tenuto al riparo dalla giustizia in questi anni.
«Vittime in stato di menomazione»
Altre due donne lo hanno denunciato nei giorni scorsi e accertamenti sono in corso su almeno tre casi estrapolati dai video e dalle chat che Manuali conservava nel suo telefono. Come ricostruito nell’ordinanza del gip Simona Poli, accogliendo le richieste del pm Michele Adragna, lo scopo del netturbino, agendo con premeditazione, era ridurre «in stato di menomazione» (tramite narcotici, ndr) le vittime, «così da poter soddisfare i propri impulsi sessuali». Ossia filmarle e avere con loro rapporti sulle cui modalità le donne non erano consenzienti. Comportamenti aggravati proprio dall’uso dei sedativi «senza preoccuparsi delle conseguenze sulla salute delle vittime» e per i quali «non è contemplabile alcuna attenuante». Per questo, scriveva il gip, «il carcere è l’unica misura adeguata».