CIVITAVECCHIA – Secondo il Tar del Lazio sono giusti i provvedimenti della Regione Lazio che ha imposto alla “Ambyenta” di non superare il 50% della capacità produzione di biometano, per tutto il periodo di emergenza energetica, nell’impianto di Monna Felicita a Civitavecchia.
La sentenza del Tar del Lazio va quindi a legittimare la decisione della Regione di imporre, con il provvedimento di VIA, la funzionalità ridotta dell’impianto limitando la Ambyenta Lazio e imponendo di trattare una quantità di materiale non superiore al 50% della potenzialità del biodigestore.
Decisione che non era piaciuta alla società che si era opposta al Tar parlando di prescrizioni illegittime. Non è d’accordo, invece, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio che ha ritenuto infondate le censure di illogicità ed irragionevolezza di cui parlava la Ambyenta Lazio nel suo ricorso in merito alle prescrizioni nel provvedimento di Valutazione di impatto ambientale. A pesare sulla Via sono stati i pareri espressi dalla Asl Roma 4 riguardo i dati connessi agli eccessi di mortalità tra i residenti del comprensorio e dall’Arpa Lazio che evidenziava necessità di adeguamento dell’impianto, una valutazione di cui, secondo il Tar, non è stata provata l’erroneità o l’irragionevolezza.
Il maxi impianto biodigestore di Monna Felicita, a regime, avrebbe una capacità di 120mila tonnellate annue, contro un fabbisogno del comune di Civitavecchia che si attesta intorno alle 8mila tonnellate. Un progetto che non piace al territorio con il Comune che si sta battendo in ogni sede per fermarlo.