Civitavecchia – Monna Felicità, il Comune ha revocato la concessione alla Lamer. Addio definitivo al biodigestore

La società è inadempiente da oltre 20 anni. Determinazione di revoca già pubblicata

CIVITAVECCHIA – Il bio-digestore in località Monna Felicità non potrà mai più essere realizzato. Non per scelta dell’impresa che ha presentato i progetti ma per la revoca delle concessioni al piano Pip da parte dell’amministrazione Tedesco.

Pubblicata questa mattina sull’Albo pretoria la determinazione dirigenziale (a firma dell’avvocato Giglio Marrani) avente ad oggetto: “SOC. LAMER – P.I.P. MONNA FELICITA – DECADENZA DALLA
CONCESSIONE AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELL’ART. 18 DELLA CONVENZIONE REP. N. 150/1999”.

Il P.I.P. (piano di insediamento produttivo) Monna Felicita era nato dalla pianificazione pubblica intrapresa dal Comune di Civitavecchia dopo l’approvazione definitiva del piano regolatore generale.

Il Comune di Civitavecchia aveva manifestato, in Variante al P.R.G., la volontà di redigere un Piano
Particolareggiato di iniziativa pubblica esclusivamente per le aree industriali e/o produttive in genere.

det_04043_02-10-2023

Il Comune di Civitavecchia, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 1229 del 1975, aveva adottato definitivamente il Piano Particolareggiato per le aree nelle località Monna Felicita, Podere Bucci e Riserva Grasselli.

Dopo 15 anni, siamo nel 1990, il Comune di Civitavecchia aveva approvato il regolamento per le
assegnazioni P.I.P. Monna Felicita, Podere Bucci e Riserva Grasselli.

Con voto consiliare del 1990 e successive delibere di giunta del 1993, il Comune di Civitavecchia, aveva conferito alla Lamer srl in diritto di superficie ed in diritto di proprietà un’area di circa 59.700 mq (69.686 mq) all’interno del P.I.P. Monna Felicita – Riserva Grasselli – Podere Bucci.

Con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 202 del 1995, il Comune aveva modificato il regolamento destinando il 50% delle aree in diritto di superficie ed il restante 50% in diritto di proprietà.

Finalmente, nel 1999, si era proceduto alla stipula della convenzione pubblica tra il Comune di Civitavecchia e la Lamer srl per  l’attuazione del P.I.P. in località Monna Felicita.

Nella convenzione c’era l’impegno, da parte della Lamer, di dare esecuzione a tutte le opere di urbanizzazione primarie.

Stante la mancata realizzazione delle opere, la concessione fu rinnovata prima con provvedimento n. 181/2005 e poi con atto n. 26/2009.

Con provvedimento n. 37/2012, la Lamer ottiene il rilascio di un nuovo titolo per
l’ultimazione delle dette opere.

Dopo 8 anni, siamo nel 2020, il Comune di Civitavecchia, nella persona del dirigente e RUP pro-tempore, aveva preso atto della relazione di collaudo strutturale e tecnico amministrativo delle opere del Piano di insediamenti Produttivi e rimaneva in attesa dell’avvenuta conclusione di tutte le lavorazioni affinché fosse approvato il collaudo definitivo delle opere di urbanizzazione.

Nel frattempo la società Lamer raggiunge un accordo con Ambyenta Lazio srl per la cessione di una vasta area situata a Monna Felicità per poter realizzare un Bio-digestore.

Il Comune di Civitavecchia ha evidenziato la mancanza delle opere di urbanizzazioni primarie quali: rete idrica, rete fognante, rifacimento e completamento rete stradale, rete di illuminazione e rete gas metano.

L’inerzia reiterata della Lamer ha compromesso definitivamente la finalità pubblica e sociale per la quale l’insediamento doveva essere realizzato e ciò a maggior ragione dopo che la stessa Lamer, interrogata dagli uffici tecnici, con dichiarazione confessoria ha affermato nelle
giustificazioni che non si è trattato di mero ritardo o di inerzia, ma cosciente volontà di
non procedere a concludere i lavori.

Parere_Decadenza_27.9.2023

Per tutte queste ragioni il Comune di Civitavecchia ha determinato la decadenza dalla concessione ai sensi e per gli effetti dell’art. 18 della Convenzione rep. n. 150/1999 stante le conclamate gravi irregolarità nello svolgimento delle attività e nella condotta dei lavori rispetto a quanto convenzionalmente pattuito, così come riportato nella relazione istruttoria resa dal prof. avvocato Enrico Michetti.

Colpo ferale per l’Ambyenta Lazio che ha visto svanire un progetto sul quale ha investito tempo e risorse economiche.