Santa Marinella – “Tidei gate”, in casa della sorella di Angeletti il computer di un carabiniere

Le telecamere e le “cimici” negli uffici in uso a Tidei non erano legate all’inchiesta per corruzione da lui denunciata ma stavano monitorando le attività del sindaco per un altro filone al momento (ma ancora per poco) ignoto

SANTA MARINELLA – Ieri pomeriggio, Roberto Savelli, il magistrato che si occupa dello scandalo a luci rosse nel Comune di Santa Marinella ha convocato gli avvocati delle parti (Tidei-Angeletti) per la nomina del perito informatico e di eventuali consulenti personali per effettuare l’accertamento tecnico non ripetibile sulle apparecchiature elettroni e le copie effettuate su vari dispositivi durante le perquisizioni effettuate in casa e nei locali in uso al consigliere comunale Roberto Angeletti e della sorella Bruna.

In casa di Bruna i militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro anche un Pc portatile marca HP che la donna ha dichiarato essere di proprietà di un amico, risultato poi essere di R.B. ex comandante della caserma dei carabinieri di Santa Marinella (diversi anni fa) ma residente nella cittadina tirrenica.

Nel mirino della Procura di Civitavecchia, la divulgazione di un video che immortala incontri a luci rosse avvenuti negli uffici del Comune e che hanno per protagonisti proprio il primo cittadino e una donna (piuttosto attiva sui social anche i queste ore), con la quale Tidei si è intrattenuto in momenti diversi.

Per il momento, l’unico nome iscritto nel registro della Procura di Civitavecchia è quello del consigliere Roberto Angeletti, 61 anni, perito tecnico, esperto informatico, laureato in giurisprudenza, che era già sotto inchiesta per tentata corruzione in relazione a presunti favori fatti al ristoratore Fabio Quartieri, de “L’Isola del pescatore”, ristorante amato da vip, calciatori e politici, con vista sul castello di Santa Severa.

Atto corruttivo, a quanto pare, costruito su un filone di pane casareccio e una bottiglia di latte d’asina.

Quest’ultimo non si è mai nascosto e si è detto sempre tranquillo del fatto che quel video, oltre la sorella e il suo avvocato, non sarebbe stato mai messo a disposizione di terze persone.

Nel frattempo l’inchiesta va avanti e le prime persone informate sui fatti sono state già chiamate a rilasciare sommarie informazioni. Si tratta principalmente dei carabinieri che hanno effettuato le captazioni e trascritto (almeno in parte e male) le interlocuzioni ritenute di rilevanza penale.

Tra 8 giorni (12 ottobre) si svolgerà l’udienza preliminare a carico dei consiglieri comunali, dipendente comunale e del ristoratore accusati di aver messo in piedi un tentativo di corruzione a suon di filoni di pane e litri di latte.

Perché questa telecamera si trovava nello studio del sindaco Pietro Tidei mentre l’indagine riguardava altre persone?

Il problema è capire se l’attuale magistrato deputato alle indagini, Roberto Savelli che, suo malgrado, ha creato questa tempesta giornalistica, sia diventato incompatibile con l’inchiesta e quindi debba essere sostituito o meno.

L’avvocato del sindaco Tidei, Lorenzo Mereu, ha fatto richiesta in Tribunale del certificato 335 ovvero conoscere se il suo assistito è sottoposto ad indagini oppure è parte offesa in altri procedimenti.

Il nodo della questione è proprio questo. Le telecamere nello studio di Pietro Tidei e nella saletta (multiuso) nulla hanno a che vedere con la vicenda corruttiva dallo stesso denunciato.

Erano lì per spiare il sindaco e captare notizie utili allo scopo. Scopo ignoto a tutt’oggi ma che a breve potrebbe lasciare spazio ad altri scenari.