Chachet d’oro a Sgarbi: “Dovrei lavorare gratis?”

Cachet d’oro per il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che invece a Viterbo non percepisce nulla per il suo incarico di assessore alla Bellezza.

Secondo Il Fatto Quotidiano, 300 mila euro in nove mesi, per presenziare convegni, mostre e lectio magistralis. Da stabilire ora se ricevuti per la sua partecipazione come rappresentante delle istituzioni o professionista.

Argomento che sta procurando più di qualche mal di pancia al governo e al Ministro Sangiuliano, che preferisce non discuterne: “Sarà l’Antitrus a valutare la situazione. Rimaniamo in attesa“.

Sgarbi dal canto suo è fermo sulla sua decisione: “Non mi dimetto. Le argomentazioni sono presentate in maniera da mettere in risalto una forma di cupidigia esagerata, mentre è semplicemente il compenso per il mio lavoro. Quello che faccio da una vita.

Scrittori, conferenzieri, attori di teatro non vengono pagati?

Io racconto l’arte, è il mio mestiere. Sono Sgarbi da più di 40 anni quando ho iniziato la mia attività di storico dell’arte. Non sono sottosegretario perché qualcuno mi ha indicato, lo sono perché sono Sgarbi nessun partito mi ha indicato. Sono stato chiamato perché sono Sgarbi“.

Sottosegretario alla cultura e critico d’arte, l’inchiesta punta a fare luce sulla netta distinzione tra i due ruoli.

Non ho mai chiesto rimborsi per il mio lavoro da critico d’arte. Macchina, autista e benzina me li pago io. E anche per la mostra di Messina non ho chiesto rimborsi è un’invenzione de Il Fatto Quotidiano. Per esempio Al Mart di Rovereto, a Ferrara art, a Possagno dove sono presidente della fondazione Canova e a Riva, presto la mia attività gratuitamente e l’antitrus ha dato il via libera“.

E per i suoi 715 mila euro di debiti con l’Agenzia delle Entrate? “Ho già aderito alla rottamazione Ter, ma se non mi fate lavorare non riuscirò a pagarla” conclude il Sottosegretario critico d’arte.

B.F.

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