VITERBO – Dai Comuni quasi 600 mila euro a Talete per pagare stipendi e segreteria dell’Ato. Pur essendo ad un passo dal crac finanziario, Talete continua a spillare soldi ai comuni: 600 mila euro per pagare il personale dell’Ato e tenere in vita la segreteria tecnica.
“Esiste il rischio di dover portare i libri in tribunale a febbraio”, così si pronunciò il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, parlando dello stato di salute della società idrica viterbese. Non che fosse una novità, dato che da almeno 7 anni non si fa che parlar d’altro. Ciclicamente, lo spettro del fallimento si staglia alle spalle dell’azienda, che non riesce a tirarsi fuori dal guano in cui è immersa.
Le cause sono note: anzitutto la forma con cui è nata, ossia quella di una Spa pubblica di diritto privato, poi le vicissitudini legate all’arsenico e, su tutte, la clamorosa fragilità dell’Ato che dovrebbe sorreggere Talete. L’ambito territoriale ottimale non è altro che l’organizzazione distrettuale che gestisce il servizio idrico integrato.
Ergo, si tratta della mano che muove i fili di Talete. Quello viterbese è debole sia per conformazione che per densità abitativa, dunque anche per disponibilità economiche.
Nonostante questo, finché il contratto di gestione della rete delle acque sarà attivo, l’Ato dovrà garantire il suo corretto funzionamento. Il problema è il come.
Al fine di proseguire con l’attività dell’organismo, infatti, sono i Comuni della Tuscia che ne fanno parte a provvedere a tutte le spese, inviando una parte delle loro risorse – ripartite secondo il criterio del numero di abitanti – nelle casse dell’Egato (ente di governo dell’Ato).
Si tratta di un bel gruzzoletto, pari a 590 mila euro. Di questi, 120 mila saranno cacciati dal comune di Viterbo, 29 mila da quello di Tarquinia, 27 mila da Civita Castellana, 24 mila da Vetralla e 23 mila da Montefiascone. Questo mezzo milione di euro, erogato come quota di partecipazione, servirà, per l’appunto, ad assicurare l’operatività della segreteria tecnica dell’Ato, di base alla Provincia.