Raffaele Sollecito: «Non è cambiato e non è pentito». A Viterbo lo hanno fatto quasi “santo”
VITERBO – Nuovi guai per Rudy Guede. Il 36enne ivoriano, condannato per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto l’1 novembre del 2007 a Perugia, secondo quanto apprende Adnkronos, deve rispondere di maltrattamenti, violenza e lesioni personali nei confronti della ex compagna 23enne.
Uscito dal carcere a giugno scorso, dopo 13 anni di detenzione tra semilibertà e una collaborazione nel Centro studi criminologici di Viterbo, Rudy Guede è stato raggiunto questa mattina dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento a 500 metri dalla ex compagna e braccialetto elettronico.
«Non seguo la vita di Guede, certo alla luce di quanto accaduto oggi mi sembra che non sia cambiato. Quello che era prima di entrare in carcere, quello che leggevamo negli atti, si riconferma tristemente e altrettanto tristemente si constata che non si è pentito».
Raffaele Sollecito, assolto insieme ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia il primo novembre 2007, commenta così all’Adnkronos la misura cautelare eseguita questa mattina dai poliziotti di Viterbo nei confronti di Rudy Guede, unico condannato per la studentessa morta e oggi indagato per maltrattamenti, violenza e lesioni personali alla ex compagna.
A Viterbo qualcuno lo ha reso quasi un simbolo. Partite a scacchi. Conferenze. Pranzi e cene.
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Invece la sua indole violenta si è palesata nuovamente andando a colpire una giovane donna di 23 anni che ha avuto il coraggio di denunciare tutto all’autorità giudiziaria prima di fare la fine della studentessa americana. Servirà il braccialetto elettronico a tenere buono l’assassino Guede?
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