Il movimento ha pubblicato sui propri profili social le foto dei 12 attivisti finiti agli arresti
CIVITAVECCHIA – Per gli attivisti la stangata, prevista, è arrivata: le ordinanze cautelari sono state confermate e i 12 che si erano recati sulla A12 lunedì scorso bloccando il traffico a Torrimpietra, al chilometro 16 in direzione di Roma, avranno l’obbligo di dimora.
Questa la novità sul caso che ha infiammato gli animi di automobilisti e pendolari da una parte, rimasti imprigionati per quasi un’ora, e poi degli stessi ambientalisti che continuano con le loro azioni plateali.
Solo che questa volta il giudice ha usato il pugno duro creando un precedente in Italia. I 12 già in giornata lunedì erano stati condotti nel carcere di Civitavecchia (qualcuno tra loro a Rebibbia e Regina Coeli) per aver causato l’interruzione della circolazione e incollandosi persino le mani in mezzo alla carreggiata.
Per risolvere il caos erano arrivati gli agenti del commissariato di Ladispoli, quelli di Fiumicino, la polstrada di Cerveteri-Ladispoli, la Digos di Roma e in ausilio anche i vigili del fuoco di Cerenova.
Gli attivisti, che hanno inscenato la protesta sempre in nome dell’ambiente, dovranno difendersi da vari reati che sono violenza privata aggravata, interruzione di pubblico servizio e manifestazione non preavvisata.
Per gli attivisti è caduto invece il capo di imputazione relativo all’attentato della sicurezza dei trasporti, confermato però al contrario dalla Questura.
«Al fine di prolungare il più possibile gli effetti dannosi dell’azione messa in atto – ha riportato in una nota la questura -, gli attivisti, come di consueto, hanno posto in essere resistenza passiva agli operatori della Polizia di Stato che sono intervenuti, mentre due dei 12 soggetti hanno altresì ancorato i palmi delle proprie mani sulla superficie stradale utilizzando collanti a presa rapida».
Accuse pesanti: «hanno provocato il blocco del traffico che a Torrimpietra, oltre a un concreto e reale pericolo per gli automobilisti, aveva causato anche una coda di circa 6 km e ostacolato il transito di alcune ambulanze». Gli attivisti non mollano e questa mattina si sono radunati di fronte al carcere seppure pacificamente con striscioni al seguito.
«È un grosso abuso quelle compiuto dal tribunale – è il pensiero di Simone Ficicchia – siamo di fronte al potere dello Stato che dovrebbe fare quello che stiamo chiedendo, cioè applicare la legge internazionale e portare avanti gli impegni presi per contrastare i cambiamenti climatici, le catastrofi che distruggono le nostre case e le nostre vite. Queste proteste sono le uniche cose che ci rimangono e devo dire che stanno funzionando perché ministri e parlamentari iniziano a creare le leggi contro di noi».