Viterbo – Nonno raggiunto da un pugno davanti alla scuola affige manifesti per trovare gli aggressori

VITERBO – Era in attesa che i nipotini uscissero da scuola e ingannava il tempo giocando con il telefonino. La giornata relativamente tiepida l’ha indotto ad abbassare il finestrino dell’auto.

All’improvviso il nulla: si è accasciato sul sedile accanto per risvegliarsi solo al pronto soccorso. Chi è accorso in suo aiuto, in attesa dei soccorsi, ha ipotizzato che l’uomo fosse stato colto da un malore improvviso. Nulla di tutto ciò: era stato raggiunto al volto da un violento pugno che lo aveva fatto stramazzare, fino a perdere i sensi. “Ancora ho difficoltà a ricordare”, ammette la vittima, un signore di 76 anni.

E’ successo lo scorso 13 novembre davanti alla scuola Canevari. Sul fatto sono in corso le indagini da parte della polizia, che avrebbe stretto il cerchio intorno all’aggressore, forse uno straniero. La presenza di una donna, che a bordo della sua auto si trovava dietro alla Opel Corsa della vittima, ha contribuito a far luce. E’ lo stesso protagonista a raccontare i fatti. Lui, per cercare di capire cosa sia accaduto, ha tappezzato la città di manifesti in cui chiede ai presenti di farsi avanti.

Le singolari locandine con sopra la richiesta di aiuto sono comparse nei giorni scorsi, affisse su vari muri intorno alla scuola Canevari a Viterbo.

“Il problema – ammette l’uomo – è che non ricordo nulla, se non di essermi risvegliato al pronto soccorso. Non ricordo neppure di essere stato sottoposto a una Tac, ma il referto parla chiaramente di aggressione”.

Eccoli i fatti. Erano le 15,45 circa e lui, come detto, era in attesa davanti alla scuola, nei pressi del portone dell’asilo. “Non dovevo prendere i miei nipotini – spiega – per questo ero in auto in seconda fila. Però, sapendo che mia figlia, a causa del traffico, sarebbe potuta arrivare in ritardo, ero comunque lì nell’eventualità di dover fare le sue veci. Era caldo, per cui avevo abbassato il finestrino e nell’attesa stavo consultando il telefonino. Poi il buio assoluto.