Regione Lazio – La sanità malata di Zingareti, ecco gli otto indagati tra direttori generali e dirigenti sanitari

Nel lungo elenco c’è anche Santonocito di Tivoli e l’uomo dei servizi segreti Angelo Tanese

ROMA – Otto indagati tra direttori ed ex direttori generali delle Asl e delle aziende delle aziende ospedaliere del Lazio. Secondo la Procura di Roma avrebbero falsificato i resoconti sui bilanci.

A scriverlo questa mattina sulle pagine della Verità, Paolo Gianlorenzo. I dirigenti avrebbero approvato note di credito inesatte relative a erogazioni aggiuntive ricevute dalla Regione.

I debiti venivano formulati in maniera tale da poter essere poi cancellati attraverso una semplice regolarizzazione contabile, dando un’immagine migliore della reale situazione finanziaria, traendo in inganno i contabili della stessa regione e poi del Ministero dell’Economia.

Proprio grazie a queste note nel 2020 la Regione Lazio è potuta uscire dal commissariamento iniziato nel 2008.

Gli avvisi di garanzia notificati dal Nucleo della Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza arrivano dopo un anno di indagini, nate a seguito dei rilievi fatti dalla Corte dei Conti che ha trovato discrepanze tra le gestione sanitaria accentrata della Regione e i bilanci delle singole strutture.

I dirigenti avrebbero approvato note di credito inesatte relative a erogazioni aggiuntive ricevute dalla Regione.

Potrebbero arrivare fino a 900 milioni di euro i crediti sanitari su cui mancherebbero i giustificativi, ma le indagini sono ancora in corso e tanti sono gli interrogativi da sciogliere.
Come detto tra i nomi al momento iscritti a Mod. 21 da parte del sostituto procuratore di Roma, Carlo Villani, c’è anche il direttore generale della Asl Roma 5 Giorgio Giulio Maria Santonocito che ha sotto il proprio controllo l’ospedale di Tivoli andato a fuoco qualche giorno fa e che potrebbe vedere aggravata la propria posizione.

Un brutto periodo per Santonocito che nel 2020 ha approvato il bilancio del 2019 ritenuto “falsato”.

Un lungo elenco di nomi eccellenti della sanità laziale. Iniziamo con Angelo Tanese direttore generale dal 2017 al 2019 della Asl RM1. Tanese è indagato in altro procedimento con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, dalla Procura di Roma, in relazione alla vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019.

Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, che nasce da un esposto presentato da Fratelli d’Italia, sono coinvolte altre 7 persone e si ipotizza il reato di abuso d’ufficio. Come anticipato dalla Verità, Angelo Tanese, uomo vicino a Zingaretti e già responsabile del poliambulatorio alla Farnesina ai tempi di Elisabetta Belloni segretario generale, ha lasciato la Asl Roma 1 chiamato a capo del personale del Dipartimento Informazioni e Sicurezza, l’organo di raccordo tra Palazzo Chigi e le agenzie di intelligence AISI e AISE.

Altro nome importante nell’elenco degli indagati quello di Giuseppe Quintavalle nella duplice veste di direttore generale, dal 2017 al 2019, della Asl RM4 (Civitavecchia) e commissario negli anni 2017-2018 della Asl RM5 (Tivoli). Anche Quintavalle è al centro di diverse inchieste giudiziarie tutt’oggi in piedi che lo vedono accusato di reati piuttosto gravi come quella legata all’ospedale romano di Tor Vergata dove il direttore generale e il neo primario di Cardiologia Francesco Barillà, sono sotto indagine da parte della Procura di Roma per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico.

Avviso di garanzia anche per Vitaliano De Salazar direttore generale negli anni 2018 e 2019 della Asl RM 3 dimessosi a marzo del 2020 perché accusato di corruzione e traffico di influenze sempre da parte della procura di Roma in altra vicenda.

Altro nome “nobile” tra gli indagati quello di Narciso Mostarda, medico laziale di lungo corso, fedelissimo del compianto senatore del partito Democratico Bruno Astorre nominato per mettere in opera il “nuovo” ospedale dei Castelli Romani, che i romani chiamano Noc. Inaugurato in pompa magna alla presenza dall’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, è costato 120 milioni di euro. E’ indagato in qualità di direttore generale della Asl RM6 per aver approvato i bilanci 2017-18 e 2019.

Poi c’è Vincenzo Panella, anche lui direttore generale dal 2018-19 e 2020 dell’azienda ospedaliera Policlinico Universitario Umberto I. Chiudono l’elenco degli indagati Flori Degrassi, direttore generale della Asl RM2 negli anni 2018-19 e Giorgio Casati prima commissario poi direttore generale dal 2018 al 2021 (quando si è dimesso) della Asl di Latina. Tutti gli indagati sono dirigenti nominati dall’ex giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti tra il 2017 e il 2020.

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