ROMA – Roma si riprende la sua centrale del latte che dal nuovo anno non parlerà più francese. Dal 2024 Lactalis, il colosso d’oltralpe che attraverso Parmalat per quasi trent’anni ha gestito la produzione del latte di Roma, lascerà il sito di via Fondi di Monastero, lo stabilimento perde così 30 milioni di litri, ed inizia un nuovo corso, dopo un contenzioso durato anni e dopo una sentenza della Corte d’Appello che ha imposto alla società la restituzione delle proprie quote, il 75% che il Comune di Roma ha aggiunto alle 6,7 già detenute.
Cosa cambia con l’uscita di Parmalat
Da gennaio dunque nello stabilimento romano non saranno più prodotti i marchi Parmalat .
Intanto i sindacati, per tutelare la forza lavoro alla luce della fuoriuscita di una produzione così importante chiedono maggiori investimenti e l’internalizzazione di alcuni processi. Il 7 dicembre scorso l’incontro del presidente Pallottini con le organizzazioni sindacali. per delineare un piano di rafforzamento e rilancio del marchio. Due le fasi prospettate: un primo periodo definito “in salita”, nel quale occorrerà, tra l’altro, sopperire alla consistente mancanza di volumi generata dal definitivo allontanamento della Parmalat, ed un secondo che sarà invece caratterizzato anche da investimenti volti a portare all’interno dello stabilimento alcune lavorazioni a marchio centrale del latte attualmente prodotte fuori. Si lavorerà nel frattempo, riportano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, “al recupero delle quote di mercato attraverso una maggiore sinergia con il comune di Roma, sul versante della distribuzione e commercializzazione dei prodotti, della pubblicità e del marketing, ed a nuovi contratti di fornitura con le private label”. Attesa dunque per il piano industriale volto al consolidamento ed allo sviluppo del marchio, con Il prossimo incontro calendarizzato per il 20 dicembre. Il tempo stringe e la centrale attende il rilancio tutto romano.
Tutti i numeri del Latte
Il comparto zootecnico del Lazio, offre lavoro a più di 20 mila dipendenti, conta oltre un milione di capi che rappresentano circa il 5% del dato nazionale, con una presenza dell’86% di ovini, caprini, bovini e oltre il 5% di bufalini e il 4% di suini.
Attualmente sono presenti nel Lazio circa 17 mila aziende zootecniche di cui 1300 ad orientamento latte con oltre 48 mila capi di mucche da latte, oltre 191 mila capi di bovini e 81 mila capi bufalini. Il latte vaccino rappresenta l’88% della quantità totale di latte raccolto nel Lazio.