L’impianto di Pomezia è un TM e può ricevere solamente rifiuti con percentuali di umido al disotto del 15% e, come successo per la Csa di Castelforte, c’è il rischio che tutto finisca in Procura
APRILIA – L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Principi per smaltire i rifiuti raccolti, trovando le porte chiuse negli impianti TMB di Rida Ambiente di Aprilia e della SAF di Frosinone, ha deciso, in violazioni delle più basilari normative, di rivolgersi alla Ecosystem di Pomezia ben sapendo che l’impianto è un TM e quindi non idoneo a questo tipo di conferimento.
All’occhio dei cittadini, il sindaco di Aprilia e la sua amministrazione, si ha l’impressione che l’emergenza rifiuti sia stata risolta.
L’emergenza è sorta a causa della mancata sottoscrizione del contratto con l’impianto di trattamento biologico meccanico di RIDA ambiente che, tra l’altro, insistente nel proprio territorio di Aprilia.
La decisione di inviare i propri rifiuti a un impianto TM (trattamento meccanico) senza la prevista stabilizzazione del rifiuto e nonostante qualche settimana fa, un impianto simile a quello della Ecostystem, cioè la Csa di Castelforte, sia stato dichiarato (con sentenza del Tar di Latina) non idoneo a ricevere rifiuti urbani con parti di umido superiori al 15% e gli atti trasmessi alla Procura della Repubblica di Cassino.
Il sindaco ha chiesto inutilmente aiuto al Prefetto di Roma e alla regione Lazio per trovare una soluzione al problema ma, evidentemente, non ha trovato le risposte che si aspettava.
La sentenza del Tar Lazio sezione di Latina sarebbe dovuto servire come monito per gli amministratori del Comune di Aprilia che adesso dovranno dimostrare che il rifiuto conferito sia rigorosamente rispettoso dei parametri imposti per legge.
Sarebbe interessante sapere quale dirigente comunale e quale politico si sia preso la responsabilità di ordinare il conferimento all’impianto di Pomezia.
Così come rimane inspiegabile l’ostracismo verso impianti già esistenti e in grado di risolvere i problemi del territorio solo perché “non amici” o perché da anni in lotta con l’ex sindaco Antonio Terra.
Intanto anche il presidente di Italia Viva Vincenzo Giovannini chiede spiegazioni: “Oggi 5 gennaio a noi di Italia Viva ci assale un grande dubbio: vorremmo capire il perché del mancato rinnovo del contratto con l’impianto di trattamento rifiuti della Rida Ambiente da parte del comune di Aprilia.
Ci sembra assurdo che, pur avendo un impianto nella nostra città nel quale vengono a conferire tutti i comuni della Provincia di Latina e anche molti della provincia di Roma, il comune di Aprilia sia costretto a vagabondare alla ricerca di una struttura per trattare i propri rifiuti.
Inoltre, voglio ricordare come il piano regionale preveda il principio che, il trattamento dei rifiuti deve essere fatto all’interno del proprio ambito di appartenenza, quindi ci piacerebbe capire il perché del mancato accordo contrattuale con l’impianto Rida Ambiente, quali siano le differenze tra il nostro comune e gli altri che vengono a conferire?
In conclusione tutto questo sta producendo 3 grandi problematiche:
1)Innanzitutto, Aprilia deve conferire al di fuori, con costi più elevati per il trasporto;
2) in secondo luogo sulla nostra città si scarica tutto il peso dell’impiantistica del trattamento rifiuti dell’intera provincia;
3)Infine, oltre al danno la beffa, infatti oltre a ricevere i rifiuti di moltissimi della Provincia di Latina e Roma non riceviamo neanche i ristori dovuti per il disagio (i ristori a noi dovuti ammontano a milioni di euro, ma è tutto bloccato a causa di un contenzioso, ancora aperto, tra comune di Aprilia e la società Rida Ambiente).
L’Amministrazione regionale e la Giunta Rocca sono i Responsabili di questa situazione e devono porne rimedio. In particolare la Regione deve verificare come mai ad Aprilia non è stato rinnovato il contratto mentre ad altri comuni si, oltretutto ricordiamo sempre che l’impianto è pure ospitato dal nostro comune.
Sui rifiuti cosa ha fatto la Regione? Ha approvato un unico intervento, ha abolito gli Egato (enti di gestioni rifiuti)all’interno degli Ato provinciali, questo ha portato solo a un vuoto amministrativo e gestionale, perché non è stato definito come si intende agire e non sono state fornite linee guida, per cui azione pessima, per ora.
Oltre alle risposte alle nostre domande, aspettiamo anche la rivisitazione del piano regionale dei rifiuti, a questo punto diventato atto urgentissimo, speriamo che il Presidente Rocca proceda il più velocemente possibile perché non si possono lasciare i territori in queste condizioni caotiche e allo sbando”.