Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso della Scavilana contro il decreto del commissario
CISTERNA DI LATINA – Continuano a naufragare i “sogni” dell’ex amministrazione regionale Zingaretti di risolvere (sulla carta) il problema dei rifiuti romani ed in particolare quelli regionali.
L’ingegnere Illuminato Bonsignore – nominato lo scorso 4 marzo del 2022 dalla Regione Lazio commissario ad acta per la localizzazione di uno o più siti idonei alla realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti nel territorio della provincia di Latina – aveva completato il suo lavoro di valutazione e firmato il decreto con cui venivano individuate tre aree ritenute “conformi” ai requisiti di legge all’interno dell’Ambito territoriale pontino.
In particolare, il Commissario ha svolto analisi e verifiche di idoneità secondo i criteri di localizzazione delle discariche con riferimento agli aspetti ambientali, idrogeologici e di difesa del suolo, esaminando i fattori escludenti, quelli di attenzione progettuale e quelli preferenziali, insieme alle verifiche di natura paesaggistica nel rispetto dei vincoli fissati dal Piano territoriale paesistico regionale e dalle tavole sui “Sistemi e Ambiti di Paesaggio” e dei “Beni Paesaggistici”.
Ebbene il Tar del Lazio sezione di Latina lo ha smentito seccamente ieri con una decisione destinata a fare notizia.
I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla società di Cisterna Scavilana annullando così il decreto del commissario ad acta Illuminato Bonsignore che indicava tre siti, due nel comune di Cisterna e uno ad Aprilia per la realizzazione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti per la provincia di Latina. Oltre alla cava di pozzolana in località La Villa (attiva e per questo oggetto di ricorso), le altre due aree scelte erano l’ex sito della GoodYear, e la cava in zona Pontoni ad Aprilia.
sent n. 12.2024 tar ltNelle 25 pagine redatte dal collegio del Tar c’è un passaggio che spiega: «il fatto che i tre siti individuati ricadano nelle aree riportate in tali cartografie come non contenenti fattori escludenti/non condizionanti, non può in alcun modo supplire alla mancanza di un’espressa analisi dei fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali per ognuno dei macro aspetti da valutare (ambientale, idrogeologico e di difesa del suolo, territoriale), che nel caso di specie, dalla disamina dei documenti prodotti, non risulta essere stata effettuata.
La domanda sorge spontanea: in quel lontano 4 marzo a quali verifiche faceva riferimento il commissario ad acta?
Adesso la regione Lazio ha la possibilità di risolvere il problema dando seguito ad alcune iniziative sul territorio pontino in particolare ad Aprilia dove ci sono aree realmente idonee allo smaltimento dei rifiuti ma osteggiate dalla politica del sindaco Antonio Terra prima e dall’attuale Lanfranco Principi.
La regione, in particolare l’assessorato all’ambiente e quello con la delega ai rifiuti, possono andare avanti su progetti che nei prossimi giorni saranno sottoposti alla conferenza dei servizi nella speranza che questa possa essere finalmente la volta buona.