ROMA – L’ex senatrice Maria Fida Moro, figlia del leader della Dc Aldo Moro, è morta a 77 anni. Viveva a Fiano Romano.
La notizia è stata comunicata in Aula dal presidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa, che ha chiesto all’assemblea di osservare qualche attimo di silenzio. Nel corso degli anni Maria Fida Moro ha avuto problemi cardiaci e diversi tumori: era ricoverata da tempo in una clinica romana.
Una vita piena di battaglie, contrastata ma animata sempre da impegno civile e passione (si devono annotare anche sei libri, tra cui «Viaggio con papà», Rizzoli e una piece teatrale). Politicamente turbolenta, Maria Fida venne eletta al Senato in Puglia con la Dc nel 1987 ma si allontanò presto dal partito del padre, passando già nel 1990 nel gruppo di Rifondazione Comunista come indipendente e quindi, dopo l’esperienza in Senato, al Movimento Sociale (con cui si candidò, senza fortuna come sindaco di Fermo).
Poi, l’approdo ad Alleanza Nazionale. E di nuovo altri movimenti: dal partito di Dini con cui si presentò alle Europee del 1999; alle amministrative a Roma nel 2016 in una lista del Centro Democratico (sempre con poco successo).
Il nostro responsabile del Blog, Paolo Gianlorenzo, accompagnò Maria Fida Moro come addetto stampa del Gruppo misto di Rinnovamento Italiano insieme al portavoce Pio Mastrobuoni e l’onorevole di Montefiascone Gianfranco Saraca. Era anche molto legata a Viterbo dove vivono alcuni parenti e amici di famiglia.
Quindi anche l’avventura personale, quando nel 2013 assieme al figlio Luca (l’amato nipote di Moro, citato più volte dal presidente nelle lettere dalla prigionia) fondò il movimento cristiano sociale denominato “Dimensione Cristiana con Moro”, ispirato proprio alla politica dello statista democristiano. Ma anche dal punto di vista familiare la vita di Maria Fida Moro non ha mancato di offrire curve di sofferenza e di travaglio. Prima dei quattro figli dell’ex leader della Democrazia Cristiana, il 19 luglio 2010 fu l’unica tra i fratelli a non partecipare al funerale della madre, Eleonora Moro. Diceva di aver subito tre pre-infarti e alcuni tumori, con molte ricadute.
L’ultima sfida, però, Maria Fida era riuscita a portarla a termine. Quella per il riconoscimento delle misure riparatrici previste dalla legge per i figli delle vittime del terrorismo (ovvero, l’esenzione fiscale sui redditi pensionistici e una maggiore anzianità contributiva: norme introdotte nel 2004 con l’intento di garantire alle vittime e ai loro familiari; ma a lei mai riconosciute).
C’era voluta una lunga battaglia giudiziaria (assistita dall’avvocato Domenico Menorello) e quindi una spinta politica, per muovere le Camere. «Mio figlio ed io esprimiamo sconfinata gratitudine alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per questo inatteso dono – disse Maria Fida nel marzo dell’anno scorso – che mi ha comunicato che la Camera dei Deputati si è mossa fattivamente per l’applicazione della legge 206 del 2004 in favore di Aldo Moro. Legge della quale ho chiesto l’applicazione per quasi vent’anni di seguito ed avevo perso la speranza. È un miracolo che rassicura sul fatto che suo nonno è finalmente equiparato alle altre vittime e non c’è più una disparità ingiusta a ferirci ulteriormente».