Acquapendente – “Dal Comune nessuno si è presentato alla Bit di Milano, assenza gravissima”, i consiglieri Brenci e Sarti sottolineano la mancanza dell’amministrazione

ACQUAPENDENTE – Dal 4 al 6 febbraio si è tenuta a Milano la Bit, la borsa internazionale del turismo. Presente la Regione Lazio, il comune di Viterbo, altri sette comuni della Tuscia, buyer e sellers della  provincia.

“Tutti con il principale intento di promuovere il nostro fantastico territorio” dichiarano i consiglieri comunali Brenci e Sarti, a cui è sorta una domanda: “Dove erano il comune di Acquapendente e la sua amministrazione? Nessuno si è palesato allo stand del Lazio e dell’Enit.

Un’assenza gravissima per un paese che vanta ricchezze artistiche come il Sacello della cattedrale, il Museo del vescovado, la Pinacoteca, il Castello di Torre Alfina, con il borgo inserito fra i borghi più belli d’Italia, con patrimoni ambientali e naturalistici come il magico Bosco del Sasseto. Per non parlare, poi, delle eccellenze gastronomiche e ricettive degli operatori privati, con stelle Michelin. L’assenza ingiustificata ad una manifestazione come la Bit e l’attuale gestione del punto informativo pongono un problema di scarsa sensibilità da parte di questa amministrazione, del Sindaco e della sua Giunta, nei confronti di un comparto, quello turistico, che ad Acquapendente ha delle potenzialità che aspettano soltanto di essere liberate attraverso scelte e politiche oculate e ben mirate. Invece di creare ricchezza. si aspettano solo dei fondi, per vivere degli avanzi dei ricchi. Perché lavorare se si può vegetare, a stregua di provincia sperduta nell’arcipelago cadente del triste Impero dell’ex PCI, ora PD. Tutto viene importato da fuori, perfino le attività culturali, mentre qui non si crea niente. Dai rifiuti, appaltati a un colosso esterno, come se non fossimo più capaci nemmeno di raccogliere l’immondizia, alla cultura, venuta da fuori. L’insuccesso si tocca con mano vedendo l’enorme quantità di ‘vendesi’ attaccati agli immobili del Paese. Questo è l’esito inevitabile della mancanza di un ricambio politico che dura da 79 anni”.

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