Vetralla – Celebrato il “Giorno del ricordo” e il brigadiere Luciano Lupattelli

VETRALLA – Nella mattinata di sabato 10 febbraio, in occasione del “Giorno del ricordo” dell’eccidio e dell’esodo giuliano – dalmata, l’Amministrazione comunale di Vetralla (VT), guidata dal Sindaco Sandrino Aquilani, ha voluto onorare la memoria del Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Luciano Lupattelli, con la deposizione di una corona d’alloro a monumento ubicato in area verde di via Martiri delle foibe ed intitolato al militare vetrallese.

Accanto al primo cittadino si sono schierati militari in servizio dell’Arma territoriale e forestale, le
Sezioni di Vetralla e Cura di Vetralla dell’Associazione Nazionale Carabinieri, l’Associazione
Nazionale Forestali; erano presenti anche l’Associazione Nazionale Bersaglieri, l’AVIS e la banda
di Vetralla, rappresentata da un giovanissimo trombettiere.

Dopo la benedizione del cappellano militare Padre Domenico Vendemmiati e la “Preghiera del
Carabiniere” recitata da un militare in congedo, il saluto della Signora Luciana, nipote del
Brigadiere Lupattelli, l’intervento del Capitano Felice Bucalo, Comandante della Compagnia
Carabinieri di Viterbo, e del Sindaco che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra
Istituzioni e del comune impegno per la pace, mai dimentichi della Storia.

È stata così rievocata la vicenda militare ed umana del Brigadiere. Nato a Vetralla il 24 maggio
1906 si era arruolato volontariamente il 9 dicembre 1925 come “Carabiniere a piedi”. Dopo un
periodo in servizio alla Legione Carabinieri di Roma, il 16 aprile 1933 venne trasferito alla Legione
Carabinieri di Trieste ed il 5 giugno 1941 convolò a nozze con Ciocchetti Antonia; promosso al
grado di Appuntato, il 24 aprile 1944, durante il 2° conflitto Mondiale, si trovò a Trieste, con il
commilitone Castone Englaro, testimone delle violenze dei partigiani titini, fucilato e gettato come migliaia di altre connazionali nelle foibe istriane.

Alla sua memora i vetrallesi hanno voluto erigere una stele ricavata da una pietra di Santa Fiora,
striata di marmo di Carrara, “come innocenti ferite da cui esce una scheggia luminosa” in travertino di Tivoli, con sopra inciso il nome di “Luciano Lupatelli”.

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