SANTA MARINELLA – Riceviamo e pubblichiamo: Addossare alle minoranze la vergogna del clamoroso errore formale del Consiglio Comunale scorso sulla mozione di sfiducia sfiora davvero il ridicolo.
Assistiamo ancora all’incapacità di questa amministrazione di assumersi le proprie responsabilità e di riconoscere la totale inadeguatezza nella gestione del Consiglio in cui si è discussa la mozione di sfiducia presentata dalla minoranza.
L’articolo 30 dello Statuto Comunale, che riprende l’art. 52 del TUEL, recita al comma 3 che “La votazione ha luogo per appello nominale e la mozione è approvata a maggioranza assoluta dei Consiglieri eletti”. Peraltro il tutto ampiamente descritto e richiesto nella Mozione di sfiducia presentata da sei consiglieri.
Invece non solo non si è votato per appello nominale, ma alla mano alzata dei consiglieri eletti, si è aggiunta quella del Sindaco che in un estremo patetico gesto di auto fiducia riduce in briciole i suoi 53 anni di esperienza amministrativa.
Nel tentativo di rendere corresponsabili le minoranze, il Presidente del Consiglio sostiene che erano state avvertite nella riunione dei capo gruppo dove è stata stabilita la procedura del Consiglio. In quella riunione, si è semplicemente sostenuto che il Consiglio si sarebbe concluso con la votazione senza specificarne la modalità. In ogni caso la gestione del Consiglio è pertinenza del suo Presidente e del Segretario che lo affianca e la minoranza non è chiamata ad alcuna decisione.
Le irregolarità non finiscono qui. A votazione avvenuta e a Consiglio concluso il Sindaco, ringalluzzito dalla fiducia appena incassata, ha sottoposto i consiglieri e il pubblico stremato da 4 ore di discussione già avvenuta in aula, alle requisitoria delle sue ragioni giudiziarie con tanto di lettura alla mano del faldone delle intercettazioni posto in bella vista sul suo seggio!
Che senso ha avuto?
A novembre alla maggioranza che aveva chiesto di avere spiegazioni sugli scandali mediatici, lo stesso Presidente Minghella aveva detto che il Consiglio doveva essere SEGRETO perché trattavasi di “fatti privati” ed argomenti sotto inchiesta della magistratura. In netta contraddizione con questo affermazione, permette invece nell’ultimo Consiglio al sindaco di leggere PUBBLICAMENTE il contenuto delle intercettazioni!
La confusione, l’approssimazione e il mancato rispetto delle regole nello scorso Consiglio Comunale confermano la fondatezza della nostra mozione di sfiducia che di questi fatti parla e che – a questo punto – voteremo con maggiore convinzione. Far passare le gravi irregolarità come una semplice svista della Segreteria conferma ancora una volta l’atteggiamento approssimativo, superficiale e misto a protervia di questa maggioranza che tende a piegare fatti, regole e tempi alle proprie necessità.
Il Presidente Minghella ha definito una “perdita di tempo e di denaro” la riconvocazione del Consiglio Comunale; noi invece riteniamo che sia una vera e propria lezione di diritto da cui speriamo la maggioranza possa trarre apprendimento. Nella democrazia, la forma è sostanza!
I consiglieri Capi Gruppo