Madonna di Trevignano – Ecco il verdetto del vescovo: “Quelli non sono miracoli”

TREVIGNANO – Nessun miracolo per la Madonna di Trevignano, tantomeno quelli della sedicente veggente Gisella, di recente presentatasi al pubblico anche con (presunte) stimmate.

A smentire definitivamente l’alone sacro intorno a quello che in realtà è divenuto un business è la commissione diocesana che era stata chiamata a indagare sulle presunte doti della sensitiva Gisella Cardia. Il risultato era già stato anticipato anche dal giornalista David Murgia, accademico pontificio e membro dell’osservatorio internazionale sulle apparizioni e sui fenomeni mistici presso la Pontificia Academia Mariana Internationalis (PAMI), è proprio quello di: ”Constat de non supernaturalitate“, che equivale a dire ”nulla di soprannaturale”, anzi gli stessi messaggi che la Vergine consegnerebbe alla sedicente veggente, sarebbero intrisi di “millenarismo e toni apocalittici“ (LEGGI TUTTO).

Niente “moltiplicazione di gnocchi e pizza”, tra i suoi “miracoli” più fantasiosi, e neanche la possibilità di parlare realmente con la Madonna attraverso la statua di Trevignano.

Il verdetto

“Il Vescovo di Civita Castellana, Monsignor Marco Salvi, in qualità di Ordinario e pastore di questa Diocesi, avente il compito di giudicare e di regolare tutto quanto appartiene al culto e all’apostolato, nella fattispecie sulle presunte apparizioni e rivelazioni riferitesi al suo territorio, dopo un congruo periodo di attento discernimento – si legge nella nota diffusa – e ascoltate le testimonianze provenienti dal territorio e avvalendosi di una commissione di esperti, formati da un teologo, da un marianologo, un canonista, uno psicologo e dalla consulenza esterna di alcuni specialisti, considerata la figura di Maria nella Tradizione della chiesa e nella viva fede del popolo di Dio, dopo fervida preghiera decreta la non soprannaturalità dei fatti in questione (Constat de non supernaturalitate)”.

Alla “ex” veggente Gisella Cardia e al marito Gianni Cardia, viene anche imposto “il rispetto e l’adesione alle decisioni del Vescovo e la disponibilità a compiere un percorso di purificazione che promuova e mantenga l’unità ecclesiale”.

Il decreto vescovile contiene addirittura un avvertimento per i fedeli. A loro viene chiesto di rispettare “l’obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall’organizzare incontri privati o pubblici che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano”.

Infine, la Chiesa ha sottolineato che il titolo “Madonna di Trevignano” non ha alcun valore ecclesiale e “non può essere usato come se lo avesse anche in ambito civile”.