Il killer si consegna e confessa: «Sono stato aggredito, mi sono solo difeso»
FROSINONE – Sabato sera verso le 19.30 Michea Zaka (foto nel riquadro) è allo Shake Bar di via Aldo Moro con i suoi amici Giuliano D. ed Elia D. Sono tutti albanesi: Michea è incensurato ma nell’ultimo anno le volanti lo hanno fermato due volte per un giro di droga al Casermone, in un caso gli uomini del dottor Carlo Bianchi gli hanno trovato 20mila euro in contanti e per questo sospettano sia il cassiere di una banda.
Lo Shake è pieno come tutti i sabato sera. Entrano altri quattro albanesi Ervin e suo fratello Kasen con una coppia di amici. E scatta subito la discussione. Rapida ed accesa. Michea estrae una pistola calibro 22 ed esplode sei colpi che vanno tutti a segno. Uno centra al collo Ervin che si accascia e morirà dopo una ventina di minuti tra le mani dei medici del 118 che tentano di rianimarlo. Gli altri restano feriti: uno finisce all’Umberto I ed è gravissimo, uno al San Camillo, l’ultimo allo Spaziani di Frosinone dove lo operano a un femore fratturato da una pallottola.