Montalto di Castro – Autopsia conferma morte dei due pescatori per annegamento, occhi puntati su un peschereccio sequestrato a Castiglione

Barca a remi forse portata via dalle reti a strascico o addirittura caricata a bordo dopo la disgrazia su un peschereccio

MONTALTO DI CASTRO – Secondo il medico legale non ci sono dubbi. Roberto D’Ascenzi ed Emiliano Brinchi sono morti per annegamento.

Acqua nei polmoni e bava dalla bocca segnali già evidenti al momento del ritrovamento. Non ci sarebbero ferite evidenti ma tutte piccole lesioni dovuti alla permanenza in acqua e strusciamento sulla battigia al momento dello spiaggiamento.

Il mistero però rimane su cosa abbia causato il rovesciamento della barca. Secondo una prima ricostruzione autoptica i due pescatori una volta finiti in acqua hanno tentato di liberarsi degli stivaloni e delle salopette. Brinchi era riuscito a togliersi gli stivali mentre D’Ascenzi sarebbe subito finito sul fondale senza la possibilità di risalire.

Il mistero della barca scomparsa si fa sempre più forte anche per un altro episodio a dir poco inquietante ma al momento si tratta solo di mere illazioni ma che meritano di essere approfondite dalla polizia giudiziaria che si sta occupando di queste morti.

A cavallo della notte 21 marzo è stata portata a termine un’importante attività di controllo nel settore della pesca, operata in maniera congiunta dal personale degli Uffici circondariali marittimi di Porto Santo Stefano e Piombino, sotto il coordinamento del 2° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione marittima di Livorno.

I militari a bordo della motovedetta CP 2108, hanno intercettato un motopeschereccio – nelle acque antistanti al litorale di Castiglione della Pescaia – intento alla pesca a strascico e che – in ragione della lunghezza – non era fornito di alcun dispositivo di localizzazione satellitare, rendendo di fatto non agevole il controllo da remoto e l’individuazione.

Il peschereccio al momento del fermo aveva ancora la rete a strascico in acqua

L’unità, in particolare, pescava in zona vietata (entro le 3 miglia dalla costa, con fondale di profondità inferiore a 50 metri) ed il team ispettivo, salito a bordo, constatava l’impiego di un artificio volto a diminuire – in maniera illecita – la selettività dell’attrezzo, incidendo per tale ragione negativamente sulla risorsa.

Senza Gps e fuori dalla portata dei radar potrebbe aver transitato davanti alle coste di Montalto di Castro e comunque potrebbe essere stato un peschereccio che di notte si era dedicato allo strascico abusivo con la complicità della notte e della fitta nebbia.

Sarebbe interessante sapere cosa sia stato trovato a bordo del peschereccio che attualmente è posto sotto sequestro. Senza i sistemi di rilevamento non si può escludere a priori che anche questo peschereccio possa essere transitato vicino alla costa sempre molto ricca di pesce.