La Macchina di Santa Rosa protagonista sullo speciale del TG1 con Fiorillo, Mecarini e Ascenzi

VITERBO – Le tradizioni della Tuscia sono tornate protagoniste nella puntata di ieri sera del Tg1, un’edizione speciale dove il trasporto della Macchina di Santa Rosa è stato messo in bella mostra tra i “Tesori d’Italia”, una rassegna della Rai dedicata alla serata di Pasqua e recuperabile su RaiPlay (QUI).

Il viaggio, che ha attraversato il Viterbese, è stato raccontato da Elisabetta Mirarchi, che ha esplorato le tradizioni che si tramandano di generazione in generazione tra gli italiani. 18 quelle riconosciute ufficialmente dall’UNESCO, tra queste proprio la Rete delle grandi macchine a spalla, dove la nostra Macchina di Santa Rosa è ovviamente la protagonista indiscussa grazie alle sue misure “fuori scala” rispetto agli altri trasporti.

Insieme a lei i bellissimi Candelieri di Sassari, la Varia di Palmi e i Gigli di Nola, altre tradizioni da non perdere e da osservare almeno una volta nella vita.

Tra gli intervistati dalla Mirarchi, anche la famiglia Fiorillo, che hanno elencato le misure della macchina viterbese: “Trenta metri d’altezza, 52 quintali di peso. Portata a spalla da 113 uomini che diventano 93 nei punti più stretti della città”. I noti costruttori di Macchine hanno anche sottolineato che “Non è un fatto imprenditoriale, anzi, è tutta un’altra storia. È una cosa che si ha dentro. Una passione che si tramanda di generazione in generazione”. Spiega Vincenzo Fiorillo: “Io l’ho attaccata ai figli e poi ai nipoti. I sintomi sono 365 giorni all’anno, quando ci si addormenta e ci si sveglia con il pensiero del prossimo trasporto”.

Immancabile, anche Raffaele Ascenzi: “La mia storia con la Macchina è molto antica. È un rapporto di fede, una tradizione che ho sentito fin da piccolo. Questa storia mi è entrata nel cuore e io ho iniziato a fare il facchino giovanissimo: a 18 anni, e per 20 sono stato nel Sodalizio”.

Infine, a dar voce ai facchini, il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini: “Quella del facchino è una vocazione che si sente da bambini e da ragazzi. Il discorso del peso e del sacrificio è secondario. La soddisfazione è dare tutti se stessi affinché si realizzi questo evento così bello e particolare”.

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